Cronache

Stretta dell'Europa su viaggi e vaccini: Italia "rosso scuro" e registro delle fiale

L'Ue: test e quarantene per le aree a rischio. In bilico Veneto, Friuli, Emilia e Bolzano: "Penalizzati perché facciamo più tamponi". Bruxelles chiede di tracciare le dosi: "Ritardi inaccettabili"

Stretta dell'Europa su viaggi e vaccini: Italia "rosso scuro" e registro delle fiale

Accertamenti sulle spedizioni già effettuate e controlli rigidi su tutte le esportazioni di vaccino anti Covid19. La Commissione Europea ha deciso di istituire un registro trasparente dove le aziende dovranno protocollare tutte le dosi di vaccino destinate a paesi extra Ue. Iniziativa senza precedenti conseguente alle decisioni unilaterali da parte delle big pharma produttrici degli antidoti anti Covid19 che non stanno rispettando i contratti stipulati mesi fa con la Ue. Il sospetto è che prima Pfizer e poi Astrazeneca abbiano dirottato verso paesi disposti a pagare di più parte cospicua dei quantitativi destinati all'Europa, penalizzando di conseguenza anche l'Italia. Il nostro governo comunque ieri tramite Avvocatura dello Stato ha presentato un esposto contro Pfizer per i ritardi nelle consegne. A confermarlo la ministra delle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli.

La Ue preoccupata dalla diffusione delle varianti ha anche deciso di definire zone «rosso scure» dalle quali per spostarsi vengono imposte misure più rigide: tampone negativo e quarantena. Sono coinvolte tutte le aree dove l'incidenza supera i 500 casi per 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni. In Italia il rosso scuro visti i numeri toccherebbe a Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Bolzano. Ma i governatori delle aree interessate protestano: si penalizza così chi fa tanti tamponi e trova più positivi mentre altre regioni semplicemente non li cercano.

Di fronte alla pesante riduzione delle dosi in consegna Bruxelles quindi mette in campo uno «schema di trasparenza» anche per le aziende messe sotto accusa, Pfizer e Astrazeneca, che dovrebbe vedere la luce entro una settimana. Ma ieri c'è anche stata una telefonata di fuoco tra la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il ceo dell'azienda Pascal Soriot. La von der Leyen ha ricordato a Soriot che la Ue ha investito «somme significative nell'azienda in anticipo proprio per garantire che la produzione aumenti anche prima che l'autorizzazione condizionale all'immissione in commercio venga rilasciata dall'Agenzia europea per i medicinali». Problemi nella produzione sono comprensibili ma si devono trovare soluzioni rapide nel rispetto degli accordi e «fornire le dosi rapidamente».

Per il momento non sarebbero previste azioni legali nei confronti delle aziende anche se il commissario europeo alla Salute, Stella Kyriakides, ha inviato una lettera ad AstraZeneca sottolineando che uno dei principi fondamentali del contratto è l'aumento della capacità di produzione. «D'ora in poi le aziende farmaceutiche che esportano dosi di vaccino anti-Covid dovranno comunicarci in anticipo le destinazioni » ha confermato la Kyriakides che ha definito le risposte di Astrazeneca «insoddisfacenti» e annunciato un nuovo confronto con l'azienda.Si parla di una quantità ingente: tra la Commissione Europea e Astrazeneca è stato firmato un contratto per 400 milioni di dosi. Entro questa settimana Ema dovrebbe dare il via libera ad Astrazeneca e soltanto venerdì scorso l'azienda ha comunicato che avrebbe tagliato addirittura del 60 per cento le forniture promesse. Ma, al di là del nodo dosi, cresce la preoccupazione sull'efficacia del vaccino, che potrebbe non essere utile per gli over 65. Lo hanno riferito fonti governative tedesche al tabloid Bild e a Handelsblatt. IN ogni caso, sia che sia utilizzato per tutti, sia che sia destinato solo ai giovani, per l'Italia si passa da 8 milioni di dosi a 3,4. Un quantitativo in meno tale da compromettere il cronoprogramma della campagna vaccinale. Si deve poi tener conto dei ritardi di Pfizer che deve consegnare 8,7 milioni di dosi per il primo trimestre dell'anno. Ma la big pharma ha consegnato il 29 per cento in meno nella settimana dal 18 al 24 gennaio e il 20 per cento in meno in questa. Questione che la Pfizer ha liquidato sostenendo che è diminuito il numero delle fiale ma non delle dosi visto che in una fiala ce ne sono 6 e non 5.

Comunque l'azienda che ha garantito che dalla prossima settimana le consegne torneranno a regime.

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