
Stop alle cittadinanze farlocche e via dall'Italia gli immigrati che commettono stupri, furti e rapine: con un doppio provvedimento, la maggioranza vara una stretta contro l'immigrazione irregolare.
Alla Camera dei deputati passa, in prima lettura, il decreto Albania che trasforma i centri di Schengjin e Gjader in strutture destinate a ospitare immigrati in attesa di rimpatrio. Al Senato, invece, arriva l'ok al decreto Cittadinanza, voluta da Forza Italia, che introduce restrizioni al riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis. Con le due misure, le politiche per l'immigrazione del governo Meloni iniziano a delinearsi. Il dl Cittadinanza prevede che i discendenti di cittadini italiani, nati all'estero, saranno automaticamente cittadini solo per due generazioni: solo chi ha almeno un genitore o un nonno nato in Italia sarà cittadino dalla nascita. I nuovi limiti valgono solo per chi ha un'altra cittadinanza (in modo da non creare apolidi) e si applicano a prescindere dalla data di nascita (prima o dopo l'entrata in vigore del decreto-legge). Resterà cittadino chi in precedenza è già stato riconosciuto tale (da un tribunale, da un comune, da un consolato). È molto importante il voto con cui il Senato ha approvato il decreto cittadinanza. «È un provvedimento voluto per restituire dignità e significato a un diritto che deve fondarsi su un legame autentico con l'Italia, non solo burocratico, ma culturale, civico e identitario. La cittadinanza deve essere un riconoscimento serio e consapevole, che si conferma attraverso l'impegno», commenta il vicepremier Antonio Tajani.
Alla Camera, invece, il decreto Albania incassa il via libera definitivo. A fine marzo scorso l'esecutivo ha varato con un decreto una mini modifica al «progetto Albania». Il cuore del decreto prevede la trasformazione dei due centri in Albania, Shengjin e Gjader, in veri e propri Centri di permanenza e rimpatrio (i cosiddetti Cpr). Il decreto cambia la destinazione d'uso delle strutture. La misura prevede che i migranti possano restare nelle strutture fino a 18 mesi, il tempo necessario per completare le pratiche di espulsione verso i Paesi di origine. La virata serve per alleggerire la pressione sulle strutture di accoglienza e per svuotare i centri di permanenza in Italia. Con la nuova destinazione, nei centri in Albania finiscono gli immigrati destinati al rimpatrio e che abbiano commessi reati. «I migranti che sono trattenuti all'interno di quei centri hanno compiuto reati gravissimi: stupri, furti, rapine, adescamento di minori, atti osceni in luogo pubblico. E voi li state difendendo», spiega in Aula, la deputata di Fratelli d'Italia e relatrice del dl Albania Sara Kelany, durante la sua dichiarazione di voto. «Sento nervosismo, si scandalizzano.
Stupratori, adescatori di minori, pedopornografi: sono i curricula criminali di quei migranti trattenuti nei centri. E si scandalizzano, perché vengono trattenuti con le fascette all'interno dei Cpr», conclude la meloniana.
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