Cronache

Studiare l'imprevedibile nell'era del Covid per salvare il lavoro e soprattutto i lavoratori

Kelony: "La nuova Scienza del Rischio sarà un vantaggio competitivo"

Studiare l'imprevedibile nell'era del Covid per salvare il lavoro e soprattutto i lavoratori

Nei giorni scorsi si è tenuto via streaming il Summit annuale del World Protection Forum 2020 organizzato da Kelony, ospitato da venerdì 27 a lunedì 30 novembre al teatro Ariston di Sanremo. Tra gli oltre 40 ospiti intervenuti - come Gianna Nannini, Oscar Farinetti, Edward Luttwak e grandi Gruppi come PwC o Microsoft, il Consorzio Universitario Humanitas e soggetti istituzionali come l'Arma dei Carabinieri- si è discusso di come affrontare con chiarezza e profondità la tematica del rischio e di come sia necessario un nuovo modo di fare impresa mettendo la protezione delle persone la filosofia Life first portata avanti dai vertici di Kelony, Angela Pietrantoni e Genséric Cantournet - prima della semplice performance.

Alla fine della kermesse, infatti, è stato stilato il Manifesto del World Protection Forum, un documento nato per incoraggiare gli attori economici e le aziende a mettere la protezione della vita e del mondo in cui viviamo prima della semplice performance. Durante il Forum è stato anche presentato La Nuova Scienza del Rischio, scritto da Federica Spampinato ed edito da Guerini e Associati, che racconta il successo degli strumenti e dei metodi come il cosiddetto Risk-Rating e la conseguente Risk-Neutralisation. Una teoria innovativa che è stata presentata nei giorni scorsi a Parigi all'École de Guerre de Économique. Proprio in Francia, come ha sottolineato Genséric Cantournet, «ci sono stati 35mila licenziamenti da Covid. Un danno collaterale che si somma alle oltre 56mila vittime. Ma non si può parlare di disgrazia. È stata la naturale conseguenza delle reazioni a catena che si provocano quando si insiste a valutare il rischio secondo un metodo non adeguato. Il che porta inevitabilmente ai cosiddetti cigni neri, eventi improbabili, considerati imprevedibili, e quindi non contemplati. «Dire era difficile da prevedere è solo una povera consolazione post-mortem», sottolinea Cantournet.

Durante il Forum si è discusso anche e soprattutto del virus e della capacità dei Paesi di contenere la pandemia, limitarne i danni al tessuto economico e tentare di salvare delle vite. Con risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti. «Tutte queste sono misure prese sotto la spinta emozionale e non quella scientifica, e creano inevitabilmente danni collaterali a volte superiori al rischio che si voleva contrastare Ecco perché secondo noi Il Kelony Risk-Rating, il primo indice universale di misura integrata del rischio, è il metodo più preciso per combattere questa Pandemia e le prossime», dice al Giornale l'ad di Kelony Angela Pietrantoni, proprio «perché è post-probabilistico. Sostituire la parola incertezza con la parola probabilità non rende la probabilità più precisa, peggio: dà l'illusione di poter contare sui numeri. Ecco cosa ci sta accedendo: inganniamo noi stessi e ci meravigliamo del risultato».

Nei prossimi giorni verrà pubblicato il rapporto «Kelony Sharp Risk 2021»: «Quello che è prevedibile nel rischio sono le fonti di rischio, l'origine del rischio, il rischio stesso, l'esito del rischio, gli effetti del rischio. Cosa è imprevedibile: quando si verificherà? Perché la chiave dicono i vertici di Kelony - ci sono in realtà più elementi prevedibili che imprevedibili.

Ecco perché misurare il rischio secondo la nuova Scienza del rischio diventerà sempre più un vantaggio competitivo strategico per poter prendere decisioni migliori».

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