Valeria Robecco
New York Essere scambiato per un terrorista per un'equazione: è accaduto a un giovane matematico italiano che insegna all'University of Pennsylvania.
Guido Menzio, 40enne torinese, era a bordo di un volo American Airlines in attesa di decollare dall'aeroporto di Filadelfia verso Syracuse, nello stato di New York. Ma i suoi tratti mediterranei, la barba, i ricci scuri spettinati, lo sguardo concentrato e quegli strani appunti hanno insospettito la passeggera seduta di fianco a lui. La donna non immaginava che il suo vicino di posto era un docente della prestigiosa Ivy League, il network che unisce alcune tra le più importanti università Usa, da Harvard a Princeton. Forse ha pensato che quei segni fossero un piano per distruggere vite innocenti, così ha passato il foglietto a un assistente di volo lanciando l'allarme, e dopo pochi minuti l'aereo, che si stava dirigendo verso la pista di decollo, è tornato al gate. Il professor Menzio è stato fatto alzare e interrogato dalle autorità dello scalo di Filadelfia, le quali gli ha spiegato che era sospettato di terrorismo. Un'accusa che sui social lui ha definito «divertente ma allo stesso tempo inquietante»: sì, perché i suoi scarabocchi non erano frasi in arabo e nemmeno un codice usato dagli jihadisti, ma calcoli matematici. «Stavo cercando di risolvere un'equazione differenziale legata ad un intervento che dovevo tenere alla Queen's University di Ontario, in Canada», ha spiegato Menzio, che ha insegnato anche a Princeton e Stanford e l'anno scorso ha vinto il prestigioso Carlo Alberto Medal, conferito al miglior economista italiano «under 40». Al Washington Post, il torinese ha raccontato di essere stato «trattato rispettosamente», ma è rimasto sconcertato per l'inefficienza del sistema di sicurezza. «Sarebbe bastata una rapida ricerca su internet - ha detto - per capire che non ero un terrorista».
Dopo aver verificato che Menzio «non rappresentava una minaccia credibile», le autorità si sono scusate e lo hanno autorizzato a reimbarcarsi sul volo, che è partito con due ore di ritardo.
A suo parere, l'esperienza non fa altro che sottolineare l'aumento della xenofobia alimentata dalla campagna elettorale in America. «Cosa potrebbe impedire un'epidemia di paranoia? - ha scritto - È difficile non riconoscere in questo incidente la base degli elettori di Trump».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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