Abusata e massacrata di botte sulla spiaggia di Rimini. «Prima mi ha violentata, poi ha cominciato a picchiarmi. Aveva la carnagione scura». Sono gli unici ricordi di una giovane ventenne originaria dell'Est, ma da tempo residente in Italia, prima di essere sedata profondamente dai medici dell'ospedale Infermi della cittadina romagnola. L'ennesimo caso di violenza sessuale e lesioni gravi è accaduto nella notte fra sabato e domenica al «Bagno 118 Sunday Beach» di Rivazzurra.
Sono passate le 4 del mattino quando una guardia giurata trova la ragazza in lacrime sul lungomare davanti lo stabilimento balneare. Sanguina, ha ferite evidenti al volto e al resto del corpo, non si regge in piedi. L'uomo non perde tempo e chiama il 112 perché dalla sala operativa mandino un'ambulanza. Intervengono anche le volanti del commissariato che scortano il mezzo di soccorso. La giovane «presenta lesioni importanti» spiegano i sanitari di guardia che, dopo averla stabilizzata e tamponato le ferite, le somministrano forti sedativi e sottopongono a vari esami. Si sospetta anche un trauma cranico, tanto da farle una tac e una risonanza magnetica. «Non abbiamo ancora potuto effettuare gli accertamenti previsti dal codice antiviolenza - proseguono i medici - in quanto è necessario che la paziente dia il suo consenso». La Procura di Rimini ha comunque aperto un fascicolo per lesioni gravi e affidato l'inchiesta alla squadra mobile che dovrà attendere che la vittima si risvegli dal coma indotto e le sue condizioni migliorino per poter valutare se ci sia stato, o meno, lo stupro.
Restano le parole di Carola, chiamiamola così, mentre viene soccorsa e aiutata dal vigilante. Anche all'equipaggio del 118 avrebbe parlato di violenza sessuale ma per poter applicare il codice antiviolenza servono riscontri medici. Gli inquirenti, in attesa che la poveretta riprenda conoscenza, avrebbero sequestrato le registrazioni di alcune telecamere dei vari stabilimenti puntate sia in strada sia sull'arenile. Anche se il fatto è accaduto a notte fonda, la polizia spera di trovare qualche testimone dell'aggressione in grado di descrivere il presunto violentatore. Un fatto grave, l'ennesimo nella città delle discoteche «che non chiudono mai».
Una settimana fa viene arrestato un 35enne di Mondavio, Pesaro, accusato di aver violentato e abbandonato in autostrada una ventenne, a Rimini per una breve vacanza con un gruppo di amici. Tre mesi di indagini partendo dal racconto che la ragazza, 20 anni pugliese, mette nero su bianco. «Avevo bevuto parecchio - racconta -, per questo avevo deciso di salutare gli altri e tornare a casa. Sono andata in hotel a prendere il bagaglio, poi alla fermata dell'autobus per raggiungere la stazione». È a quel punto che arriva lui, il violentatore. L'uomo accosta, chiede alla ragazza se le serve un passaggio. «Non mi sono resa conto del pericolo e ho accettato» spiega al pm Davide Ercolani che conduce le indagini. Dopo aver assunto cocaina, scatta la violenza. «L'ho implorato di fermarsi ma lui mi ha presa a schiaffi e obbligata ad avere rapporti orali tutta la sera» conclude la 20enne.
Poco prima di Pesaro l'uomo si ferma in A14 e la costringe a scendere. Soccorsa dalla polizia stradale, viene portata in ospedale. Dalle telecamere del casello in entrata e uscita la polizia identifica la targa, lo rintraccia e lo ammanetta.
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