Politica estera

Sturgeon, addio e dubbi. Arrestato il marito Peter. Indipendentisti in crisi

L'ex leader si era dimessa "per stanchezza". Ora il fermo. Un altro colpo per il partito

Sturgeon, addio e dubbi. Arrestato il marito Peter. Indipendentisti in crisi

Peter Murrell, ex segretario del Partito Nazionale Scozzese (SNP), è stato arrestato ieri mattina nell'ambito di un'inchiesta sull'ammanco di 600mila sterline dai conti del partito. Murrell si era già dimesso lo scorso 19 marzo, dopo aver ammesso di avere mentito alla stampa sul numero degli iscritti al partito, crollati di circa 30mila unità negli ultimi due anni, a poco più di 70mila. Ieri l'ultimo, terribile colpo sulla credibilità di un partito, l'SNP, che ha dominato incontrastato la scena politica scozzese degli ultimi anni. E di riflesso sul lascito di Nicola Sturgeon, moglie di Murrell, primo ministro scozzese dal 2014 al 2023.

La polizia scozzese, recatasi a casa della coppia verso le 10 di ieri, ha iniziato a perquisire l'interno dell'abitazione e il giardino alla ricerca di prove che possano far luce su dove siano finiti i fondi raccolti tra il 2017 e il 2020 a supporto di un secondo referendum per la causa indipendentista. Un referendum che, dopo la sconfitta di quello del 2014, non si è mai tenuto ma che ha comunque prosciugato i forzieri del partito sui cui conti, a fine 2019, risultavano depositati 97mila sterline, con attivi netti di 272mila. Un'incongruenza finanziaria resa ancora più stridente dal fatto che Peter Murrell ha prestato al suo stesso partito, nel giugno del 2021, poco più di 100mila sterline per sostenerlo durante una difficile situazione finanziaria post elezioni. L'inchiesta della polizia, cominciata 18 mesi fa, ha portato ieri anche a una massiccia perquisizione della sede centrale del SNP: «Non posso commentare su un'inchiesta in corso, ha dichiarato il nuovo leader del partito, Humza Yousaf, ma posso dire che l'SNP ha pienamente collaborato e che continuerà a farlo. Questo è un giorno difficile per il partito». Parole di circostanza che non riescono a nascondere il grande imbarazzo in cui l'ex coppia d'oro dell'indipendentismo scozzese ha lasciato i compagni di partito.

Murrell e Sturgeon, sposati dal 2010, hanno guidato insieme l'SNP e la Scozia dal 2014. Una leadership decisa, le poche voci di dissenso interno silenziate da una presa ferrea sul partito. Un'eccezionale longevità politica sopravvissuta anche alla sconfitta referendaria del 2014, quando gli scozzesi, seppur di poco, hanno votato per rimanere nell'unione con Londra. Ma che è giunta al termine improvvisamente poche settimane fa quando entrambi, a pochi settimane di distanza, si sono dimessi dalle rispettive cariche. È chiaro nella mia testa e nel mio cuore che è il momento giunto per lasciare, disse Sturgeon nel discorso in cui annunciava le dimissioni da primo ministro e da leader del partito, a metà febbraio. Troppa pressione, impossibilitata a condurre una vita normale: queste le sue principali motivazioni dietro una decisione che, secondo Sturgeon, sarebbe stata maturata nel corso di molti mesi. Alla luce degli eventi di ieri, tuttavia, la scelta di Sturgeon assume un significato ben diverso, un addio alle scene, difficile a questo punto dire se volontario o imposto dai quadri dirigenti, per cercare di mettere in sicurezza l'SNP prima del deflagare di un'inchiesta che rischia di affossare la credibilità del più importante partito indipendentista scozzese. E con esso il sogno di molte persone a nord del vallo di recidere il legame plurisecolare che le lega a Londra.

Al di là del merito penale il danno politico alla causa appare molto grave e passerà molto tempo prima che gli indipendentisti tornino a turbare i sonni degli unionisti.

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