D onald Trump risponde colpo su colpo agli affondi di Angela Merkel, puntando l'indice sugli squilibri della bilancia commerciale tra Stati Uniti e Germania. «Abbiamo un disavanzo enorme con i tedeschi, e loro pagano molto meno di quanto dovrebbero alla Nato e in spese militari. Molto male per gli Usa. Questo cambierà» tuona il presidente americano usando il suo più stretto portavoce, Twitter. Trump rilancia così le critiche a Berlino trapelate dopo il vertice dell'Alleanza Atlantica a Bruxelles, in coincidenza del quale disse «i tedeschi sono cattivi, molto cattivi», riferendosi anche allora al surplus commerciale. E risponde a stretto giro di posta agli attacchi della cancelliera, che non ha esitato a definire gli Usa inaffidabili, salvo poi fare una parziale marcia indietro. «I tempi in cui si poteva fare pieno affidamento sugli altri sono passati da un bel pezzo», ha detto la Merkel all'indomani del G7 di Taormina, pur senza nominare espressamente gli Stati Uniti. «L'ho capito negli ultimi giorni, noi europei dobbiamo prendere in mano il nostro destino», ha aggiunto. Poi, in un altro intervento, ha precisato: «Chi si mette i paraocchi nazionali rischia di finire in disparte», mentre il ministro degli esteri, Sigmar Gabriel, ha affermato che con il tycoon l'America compromette la sua leadership nell'Occidente.
Ieri, però, la cancelliera è tornata sull'argomento con toni un po' più cauti: «Le relazioni con gli Stati Uniti sono di importanza enorme». Sul fronte dei rapporti tra Usa e Ue, invece, una fonte citata da Politico ha rivelato che l'amministrazione Trump ha deciso di non estendere (per adesso) il bando ai dispositivi elettronici più grandi di uno smartphone ai voli aerei provenienti dal Vecchio Continente, ma si studierà una soluzione comune.
Intanto proseguono le polemiche sul Russiagate, con le commissioni del Congresso responsabili dell'inchiesta che vogliono sentire l'avvocato personale del presidente, Michael Cohen, il quale sino ad ora ha però declinato l'invito a fornire informazioni. The Donald, invece, è intervenuto ancora una volta su Twitter: «I dirigenti russi devono ridersela degli Stati Uniti e del fatto che una debole scusa per come i democratici hanno perso le elezioni abbia preso il posto delle fake news», ha scritto. Poi ha postato una notizia di Fox News nella quale si afferma una versione diversa sulla richiesta di un canale segreto tra la Casa Bianca e la Russia, attribuita dal Washington Post al suo genero e consigliere Jared Kushner. La tv cita una fonte secondo cui l'idea sarebbe stata dei russi, non del marito di Ivanka, oltre ad essere rivolta a una singola telefonata sulla Siria e non come canale permanente.
Al 1.600 di Pennsylvania Avenue, nel frattempo, fa le valigie il direttore delle comunicazioni Mike Dubke, a soli tre mesi dalla nomina. Le dimissioni - ufficialmente per «ragioni personali» - risalgono al 18 maggio, prima che Trump partisse per suo il primo viaggio all'estero, ma il consigliere della Casa Bianca Kellyanne Conway ha spiegato che Dubke «si è offerto di rimanere al suo posto sino al termine della missione per garantire continuità». Il suo addio potrebbe essere solo il primo passo verso un rimpasto dell'amministrazione con l'obiettivo fronteggiare meglio l'offensiva dei media, proprio a partire da Russiagate.
E tra le novità al vaglio del Commander in Chief per modificare la strategia di comunicazione c'è anche il ridimensionamento del ruolo del portavoce Sean Spicer, che dovrebbe tenere meno briefing on-camera, mentre lo stesso Trump dovrebbe rispondere direttamente più spesso ai giornalisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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