"Subito proteste di massa". La "speranza" democratica è un governatore miliardario

L'arringa di Pritzker, presidente dell'Illinois e della catena di hotel Hyatt, nel flop generale

"Subito proteste di massa". La "speranza" democratica è un governatore miliardario
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«È ora di combattere ovunque e tutti insieme. Mai prima d'ora nella mia vita ho chiesto proteste di massa, mobilitazioni, disordini. Ma ora lo faccio. Questi repubblicani non possono conoscere un momento di pace. La resa dei conti è finalmente arrivata». L'appello alla mobilitazione non viene dalla frange estreme della sinistra del Partito democratico, ma dal 60enne Jay Robert Pritzker, JB, governatore dell'Illinois, con un patrimonio personale che si aggira intorno ai 4 miliardi di dollari - la sua famiglia possiede la catena alberghiera mondiale Hyatt. Con un infuocato discorso pronunciato domenica a Manchester, nel New Hampshire, JB ha invitato il popolo Dem ad alzare la testa, dopo mesi di stordimento per una sconfitta che li ha portati sull'orlo di una crisi esistenziale. Per il momento, l'appello contro il Ciclone Trump è ad innalzare barricate, più che a costruire una proposta politica coerente, in grado di recuperare i voti della working class che hanno portato il tycoon per la seconda volta alla Casa Bianca.

Se i numeri per Trump sono preoccupanti, quelli dei Dem sono impietosi. Il presidente ha un'indice di approvazione che si aggira intorno al 40-42%, il più basso del Dopoguerra in questa fase di un'Amministrazione. Il Partito repubblicano, che paga anch'esso lo scotto dell'incertezza economica innescata dalla guerra dei dazi, si attesta sul 44%. I Democratici sono fermi al 41%. Gli inciampi degli avversari, insomma, non avvantaggiano i Dem. Del resto, con una leadership timida alla Camera, quella di Hakeem Jeffries, e ancora più timida al Senato, quella di Chuck Schumer, il primo espressione di una nuova generazione che non convince, e il secondo di una vecchia guardia che non vuole farsi da parte, i Dem non hanno finora toccato palla. Prima della sortita di Pritzker, gli unici che avevano tentato di scaldare i cuori erano stati l'anziano «socialista» Bernie Sanders (83 anni) e la pasionaria newyorchese Alexandria Ocasio-Cortez, che con il loro «Fighting Oligarchy Tour» negli Stati dell'Ovest hanno attratto folle di decine di migliaia di persone, con un messaggio incentrato sulla lotta alle disparità economiche e sociali.

Praticamente assenti dal dibattito, invece, i pezzi grossi del partito. A cominciare da Joe Biden, che si è fatto notare più per la sua presenza a Roma ai funerali di Papa Francesco, che per l'intervento di qualche giorno fa nel quale ha puntato il dito contro le politiche sociali dell'Amministrazione Trump, trattato con distacco anche dai media liberal. Barack e Michelle Obama hanno invece fatto parlare di sé più per smentire le voci di divorzio che per energizzare una base democratica alla disperata ricerca di una leadership. Torna invece sotto i riflettori Kamala Harris, che mercoledì sera ha tenuto a San Francisco il suo primo intervento pubblico dopo la batosta delle Presidenziali.

Harris si sta posizionando per una possibile candidatura il prossimo anno come governatrice della California. Tra i motivi di rancore nei confronti di Trump, anche il licenziamento del marito, Doug Emhoff, dal board del Museo dell'Olocausto di Washington. Una decisione del presidente.

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