Cronache

Al Sud per ribellarsi serve il permesso dei boss

La Dia: "Solo la criminalità fomenta disagio e intolleranza". Ecco perché non succede nulla

Al Sud per ribellarsi serve il permesso dei boss

Anche per incazzarsi ci vuole il permesso delle mafie? Lo scrive il rapporto semestrale della Dia e c'è da crederci. «Le organizzazioni criminali hanno tutto l'interesse a fomentare episodi di intolleranza urbana, strumentalizzando la situazione di disagio economico per trasformarla in protesta sociale, specie al Sud», si legge nella relazione consegnata al Parlamento.

Il Mezzogiorno è nella peggiore situazione economica dal Dopoguerra: disoccupazione giovanile altissima, un reddito pro capite inferiore ai mille euro lordi al mese, più di una famiglia su due tecnicamente povera. Eppure non succede niente. Per fortuna. Ma perché non ci sono banlieue in fiamme e proteste di piazza per la crisi? Perché a perequare le storture economiche ci pensa il «welfare alternativo» delle mafie, le uniche a guadagnarci dalla pandemia «a ritmi che può offrire solo un contesto post-bellico» , visto che grazie alla loro enorme liquidità hanno gioco facile a bussare alla porta di chi è al tappeto per il lockdown. Ci sono in giro emissari coi borsoni carichi di soldi per «titolari di attività commerciali di piccole-medie dimensioni» per farle diventare lavatrici perfette per il riciclaggio, anche al Nord. Bar, ristoranti e pizzerie ma anche farmacie o pompe di benzina. Lo Stato ci guadagna, perché una parte si trasforma in Pil. È la tesi del pamphlet Prodotto Interno Sporco, in edicola con Il Giornale. Grazie al riciclaggio il denaro sporco riemerge, ripulito. E finisce nelle banche, pronto per essere investito. Secondo la Dia «le cosche andranno a confrontarsi con i mercati, bisognosi di consistenti iniezioni finanziarie», e che ai boss piaccia giocare in Borsa si è visto di recente con gli 'ndrangheta bond venduti a Londra.

Non è solo una questione di soldi ma di prestigio sociale: «È un vero e proprio investimento sul consenso - scrive ancora la Dia - attraverso forme di assistenzialismo da capitalizzare nelle future competizioni elettorali. Tanto che gli enti locali sciolti per mafia sono più di 50, un pericoloso record, dalla Calabria alla Valle d'Aosta.

Lo Stato aveva promesso una potenza di fuoco che è rimasta sulla carta dei quotidiani. Gli spicci del Reddito di cittadinanza, quando non sono intercettati con sfrontatezza dai boss e dai loro congiunti, servono solo a dare l'ultimo alibi al governo: «Abbiamo sconfitto la povertà». Non è così: mezzo Paese campa solo per le briciole del riciclaggio che ricadono nelle zone più difficili. Al Sud evidentemente sta bene così, visto che non ha più né la forza né la voglia di combattere.

E le mafie ringraziano.

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