Se gli Stati Generali hanno già avuto un effetto è quello di avere fatto saltare i nervi del Pd. Partito dell'equilibrio che ha trovato - forse un po' strumentalmente, in funzione anti-Renzi - il coraggio di criticare apertamente il premier Giuseppe Conte.
La sintesi dell'idea del Pd sulla mega kermesse per il rilancio dell'economia la dà un tweet di Matteo Orfini del Pd: «La convegnistica si fa quando si è all'opposizione, al governo si governa. E per discutere c'è il Parlamento. Non sprechiamo tempo su cose irrilevanti».
Ma adesso alle critiche di stile e opportunità (la rabbia di Dario Franceschini e l'irritazione del ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri ) si aggiunge la grana, concretissima, dell'Ilva. Le sigle dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato 24 ore di sciopero in tutti gli stabilimenti del Gruppo per domani, in concomitanza con l'incontro tra le segreterie nazionali e il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli (nella foto). Conseguenza del piano industriale presentato dal gruppo ArcelorMittal che prevede 3.200 esuberi e la riduzione della produzione a Taranto. Nel piano di Arcelor ci sono anche 176 milioni di euro di investimenti quest'anno fino ai 278 milioni nell'ultimo anno del piano, il 2025. Ma per l'esecutivo non basta.
Parte del governo (lo stesso Patuanelli e il premier Conte) e sindacati parlano la stessa lingua sulla crisi dell'acciaio e vedono come unica via d'uscita solo la statalizzazione. Ma dentro la maggioranza crescono i malumori di chi pensa che l'esecutivo non si sia impegnato a trovare una soluzione privata. Ad accennare al tema di fondo è stato il presidente di Federmeccanica Alberto Dal Poz: «Una soluzione privata sarebbe da preferire perché mossa da logiche di mercato ma, se l'alternativa fosse lo spegnimento di impianti» allora «tutte le opzioni devono essere valutate».
Agli stati generali, spiegava ieri una fonte sindacale, il tema delle statalizzazioni sarà presente. E la divisione potrebbe essere tanto più visibile, quanto più l'appuntamento del premier avrà successo.
La convocazione ai partecipanti arriverà a metà settimana. Il Pd, che ufficialmente continua a smentire attriti, vorrebbe trasformare quella che è stata definita «una parata» nella presentazione della riforma fiscale alla quale sta lavorando il ministero dell'Economia.
In sintesi, il taglio
dell'aliquota del 38% (tra 28 e 55 mila euro di reddito) di tre punti e la trasformazione dell'Irap in un'addizionale Ires. Poi incentivi per il contante, in linea con la ricetta, ancora in bozza, della task force di Colao.
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