«Lunedì sera qui non c'è stata una festa ma una commemorazione. Quella di mio marito Eddy, una vita dedicata al lavoro e a questo locale in cui credeva tanto. La sua presenza l'hanno sentita tutti, anche se mio marito non c'è più da otto mesi». Non c'è gioia negli occhi di Lucia Poli, vedova di Eddy De Falco, il commerciante toltosi la vita lo scorso febbraio scorso con il gas di scarico della sua auto.
Eddy, 43 anni, decise di farla finita dopo avere ricevuto una sanzione di 2mila euro dall'Agenzia delle entrate. Due solerti ispettori avevano trovato nel corso di un controllo nella pizzetteria panetteria «Speedy pizza» (in crisi da tempo) del Corso Umberto I a Casalnuovo (Napoli), la moglie di De Falco mentre gli dava una mano. Poche ore dopo, il suicidio dell'uomo, che aveva visto in quei duemila euro, una montagna impossibile da scalare. Casalnuovo non è un paese ricco. Molti residenti sono operai alla vicina Fiat di Pomigliano d'Arco. Quindi, famiglie con redditi modesti o addirittura con capifamiglia in cassa integrazione. Eppure nei confronti di Lucia e dei suoi tre figli, Denise di 15 anni e i due gemellini di 6 è scattata una incredibile gara di solidarietà, che ha coinvolto tutta l'Italia. Un conto corrente è stato acceso dalla Associazione dei commercianti di Casalnuovo, a favore della vedova. In 8 mesi sono stati versati 150 mila euro. Parte di quel denaro è servito per rimettere a posto il malandato negozio. Adesso tocca a Lucia guidare la famiglia e «Speedy pizza». Ha dato lavoro a tre ragazze, che servono i clienti. Dietro la cassa e al bancone c'è lei. Continuerà a vendere la pizzetta «Denise» creata da Eddy in onore della figlia maggiore. Ieri, primo giorno di riapertura, una folla di cittadini ha voluto stringerle la mano, abbracciarla, augurarle «buona vita». La mattinata è andata bene. L'incasso buono ma gli occhi di Lucia non esprimono alcun compiacimento. Il dolore è ancora molto forte.
Soddisfatto Giovanni Di Matteo, Presidente dei commercianti di Casalnuovo, che dal giorno della tragedia aiuta Lucia nella sua battaglia per dare un reddito alla sua famiglia. «È stata tutta la città, a cominciare dai commercianti racconta a voler ridare vita a questo locale. Una solidarietà straordinaria, che ha superato i confini della Campania». Lucia parla con un groppo alla gola. «Il nuovo Speedy, allarga una ferita che non potrà chiudersi mai. Ho deciso di non mettere una foto di Eddy nel locale. Lui è sempre con me, non mi lascia un attimo». E sulla maledetta visita degli ispettori, la vedova non sa darsi pace. «Rancore? No. Però chi commette delle cattiverie, poi deve dare conto a Gesù. Alle istituzione lancia un appello: «Lo Stato venga un po' più incontro ai piccoli commercianti. Invece di aiutarli a chiudere». Una Fede mai traballante, la sua anche dopo il dramma. «Credo in Dio. Tutte le domeniche vado a Messa e poi al cimitero a portare i fiori a Eddy e a pregare».
Si è fatto tardi, lei deve andare. Ci sono i tre figlioletti che l'aspettano a casa.
Ai piccolini ha detto solo che «papà non si è sentito bene e adesso è in cielo». Due grandi occhi verdi, indosso la «divisa» di «Speedy» tira giù la serranda e va via. «Riapro più tardi. Devo continuare il sogno del mio Eddy».carminespadafora@gmail.com
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