Suicidio assistito, bufera dei cattolici su Speranza

Al mondo cattolico non è piaciuta la presa di posizione del ministro della Salute: "Le sue pressioni sulle Asl sono inaccettabili". Le rimostranze della politica

Suicidio assistito, bufera dei cattolici su Speranza

“Oltre 500.000 persone hanno firmato il Referendum Eutanasia Legale! Un grande grazie a chi sta realizzando questa impresa”. Il radicale Marco Cappato ha esultato così sui social per il traguardo raggiunto e ha assicurato: “Andiamo avanti per mettere il risultato al sicuro da errori e ostacoli, verso le 750.000 firme".

Il Vaticano ha fatto subito sentire la sua voce attraverso le parole del residente della Pontificia Accademia per la Vita, monsignor Vincenzo Paglia, che al sito Vatican News, ha dichiarato:"La mia preoccupazione è davvero profonda perché si sta man mano incuneando nella sensibilità della maggioranza una concezione vitalistica della vita, una concezione giovanilistica e salutistica in base alla quale tutto ciò che non corrisponde ad un certo benessere e ad una certa concezione di salute viene espulso”. Il monsignor Paglia ha, poi, aggiunto:“C'è la tentazione di una nuova forma di eugenetica: chi non nasce sano, non deve nascere. E insieme con questo c'è una nuova concezione salutistica per la quale chi è nato e non è sano, deve morire. È l'eutanasia. Questa è una pericolosa insinuazione che avvelena la cultura".

Ad arroventare il clima su questo tema, nei giorni scorsi, ci aveva pensato anche il ministro della Salute Roberto Speranza che, dalle pagine del quotidiano La Stampa, aveva lanciato un appello affinché le Asl garantiscano il suicidio assistito. Una presa di posizione, quella di Speranza, che ha lasciato interdetto il mondo politico. “Sono contrario alle iniziative di Speranza, nate sotto forma di circolari che possono aprire la strada a forme di suicidio assistito. Ma sono contrario a Speranza in quanto tale perché lo ritengo nefasto, incapace e inadeguato tanto che, quando fu la mozione di sfiducia nei suoi confronti, io non partecipai alla votazione perché non potevo aiutarlo a restare al governo”, ha detto il senatore forzista Maurizio Gasparri, raggiunto telefonicamente da ilGiornale.it.

La sua collega Paola Binetti ritiene paradossale “che, in un momento in cui noi stiamo lottando per salvare la vita alla gente, Speranza scriva alle Asl per facilitare la morte di persone che si trovano in condizioni critiche e che probabilmente avrebbero diritto ad avere ben altri aiuti”. La senatrice lamenta la carenza di cure palliative e di assistenza domiciliare che ha caratterizzato questo periodo di lockdown e sottolinea: “Ora è un paradosso che, invece di rimediare a tali mancanze, si dica sbrigativamente: 'Datevi una mano a morire' per rispettare la volontà dei malati terminali. Ma la loro volontà diventa tale dopo anni e mesi di abbandono e trascuratezza. Quando si sono ammalati, morire non era sicuramente la loro volontà”. Sulla stessa lunghezza d'onda si situano le parole del leghista Simone Pillon che attacca Speranza: “Credo che in questo periodo in cui la morta l'ha fatta da padrona dovremmo parlare d'altro e cercare di garantire a tutti gli italiani una terapia assistita e non un suicidio assistito. È un mondo al contrario”.

Il senatore di FdI, Lucio Malan, di fede valdese, invece, punta il dito contro la Corte Costituzionale "che ha ormai deciso di sostituire il Parlamento nella funzione legislativa attribuendogli appena appena il ruolo di ufficio legislativo per redigere un testo il cui contenuto essa ha già deciso. E questo è grave". " Ora - chiosa Malan - il ministro, insieme a qualche parola di circostanza sulla pluralità di opinioni, decide che si agisca anche senza legge e dunque le strutture pubbliche, pagate dal contribuente per salvaguardare la salute e la vita, diano la morte a gentile richiesta e con regole stabilite in modo del tutto incostituzionale da lui e dalle Regioni”. Mario Adinolfi, leader del Popolo della Famiglia, attacca frontalmente Speranza: "Non si possono scaricare certe responsabilità sulle Asl rispetto a un tema enorme come la vita e la morte di una persona prescindendo da un quadro normativo preciso". E aggiunge: "Questo è il tipico comportamento da scaricabarile di Speranza in questi anni. Una tale decisione deve essere presa a livello parlamentare, non con una decisione presa dai manager della Asl e noi del Popolo della Famiglia andremo a combattere fisicamente contro il suicidio di Stato perché non saremo mai complici della morte".

Il magistrato ed ex sottosegretario all'Interno nel secondo governo Berlusconi, Alfredo Mantovano, ci ricorda, invece, una particolare abitudine di Speranza ad approfittare delle ferie estive degli italiani per compiere dei propri e veri blitz: "Lo scorso anno un atto proveniente dal suo ministero autorizzò la vendita della pillola del giorno dopo alle minorenni senza ricetta del medico. Quest'anno siamo saliti di livello perché siamo all'esortazione alle Asl di prestare assistenza per il suicidio assistito". Il giurista non riesce a capacitarsi del motivo per cui il ministro debba dire alle Asl di agire ugualmente, anche in assenza di una legge e mentre il Parlamento sta ancora dibattendo proprio sul suicidio assistito. Venendo all'aspetto più meramente giuridico, Mantovano spiega:"Il riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale riguarda una decisione che stabilisce delle cause di non punibilità per il reato di istigazione di aiuto al suicidio. Stiamo parlando di codice penale e, quindi, se non c'è una norma di legge che limita la portata di un'altra norma di legge, certamente non può decidere una Asl, sia pure sollecitata dal ministro". Infine, ricorda l'ex parlamentare, la Corte Costituzionale "ha ritenuto non punibile l'aiuto al suicidio in presenza delle quattro condizioni ricordate dal ministro nella sua lettera, ma ha sottoposto tutto questo alla condizione che siano state praticate delle cure palliative. Nella lettera del ministro, invece, non c'è alcun riferimento a questo aspetto".

Infine, Maria Rachele Ruiu, membro direttivo Provita e famiglia onlus, dichiara: "È inaccettabile che il Ministro della Salute Speranza faccia pressione sulle ASL affinché i medici si comportino come i Ministri dell’Eutanasia di cui ha scritto Robert Benson ne Il Padrone del Mondo. Siamo al completo ribaltamento della vocazione e della professione medica, che è quella di favorire sempre la vita e mai la morte".

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