Sul governo cambia il vento del mercato

La bufera sulle banche e sui mercati rischia di innescare una mina per il governo

Sul governo cambia il vento del mercato

La bufera sulle banche e sui mercati rischia di innescare una mina per il governo. Il tema sono i conti pubblici. Gli eventuali effetti non sarebbero diretti, ma sono in grado di creare una situazione di difficoltà per il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti.

Dopo il crollo in Borsa del Credit Suisse della scorsa settimana, il week end di San Giuseppe è stato trascorso alla ricerca di una soluzione urgente per il colosso svizzero. Pur di evitare che stamane i mercati riaprissero restando nell'incertezza, ieri era circolata anche l'ipotesi di una nazionalizzazione da parte del governo federale di Berna. Mentre la soluzione trovata prevede l'acquisto del CS da parte dell'altro grande istituto elvetico, l'Ubs. Ma a un prezzo che è circa un terzo del valore di mercato delle azioni CS, a sua volta già assai svalutate. Tali circostanze - Berna, la fretta, il prezzo - rendono lecito il sospetto che «sotto» a una crisi di liquidità (di per sé transitoria) si nascondano problemi più gravi, più simili cioè a quelli che portano verso un'insolvenza (che di per sé è invece un fatto strutturale). Di sicuro servirà del tempo per capire gli effetti reali di questo guaio. Ma è ben difficile immaginare che nel giro di qualche giorno o settimana sarà tutto finito come se niente fosse stato.

È in questo quadro che il governo deve riaprire dossier urgenti come la fine degli interventi varati in manovra contro il caro energia, che vanno prorogati entro il 31 marzo. E più generale effettuare un tagliando di conti pubblici. Lo sfondo è quello di una Bce che non compra più i Btp come prima e alza i tassi senza curarsi della crisi bancaria. Mentre l'orizzonte è quello della trattativa sul nuovo patto di stabilità dell'eurozona.

Posto che per il governo la strada economica ed europea da percorrere è questa, un conto sarebbe stata affrontarla con il vento favorevole del mercato alle spalle, come è stato in questi primi mesi del 2023; un altro è averlo contro: le banche rappresentano il tessuto connettivo della nostra Borsa e lo spread segnala al resto d'Europa se stiamo bene o male.

C'è da sperare che la questione si risolva senza effetti a catena.

Ma resta paradossale che la tempesta di mercato, pronosticata dalle Cassandre dopo la caduta del governo Draghi, possa ora arrivare non a causa di chissà quali scelte del governo Meloni. Bensì per colpa delle banche svizzere.

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