Sul ring domani Lin Yu-ting, poi tocca a Hiltz nell'atletica

È l'ora del gong per la taiwanese squalificata dai Mondiali per il test del dna. Ed è botta e risposta tra Iba e Comitato olimpico

Sul ring domani Lin Yu-ting, poi tocca a Hiltz nell'atletica
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Il caso trans scuote l'Olimpiade e solleva interrogativi sui principi di lealtà e correttezza sportiva. All'ora di pranzo Angela Carini (in foto) salirà sul ring per il suo incontro degli ottavi nella categoria -66 kg. Ad attenderla è l'algerina Imane Khelif, in queste ore sotto i riflettori in quanto atleta transgender. La vicenda sta facendo discutere perché Khelif un anno fa è stata esclusa dalla finale dei Mondiali di boxe per aver superato il livello di testosterone consentito. Il Cio, però, dopo gli ultimi esami ha appurato che i parametri richiesti sono cambiati e l'ha ammessa al torneo come donna. Chi l'aveva affrontata tempo fa, come la messicana Brianda Tamara, però ha dichiarato: «I suoi colpi mi hanno fatto molto male, non credo di essermi mai sentita così nei miei 13 anni da pugile, nemmeno combattendo contro sparring partner uomini. La sua presenza è uno schiaffo all'etica dello sport e alla credibilità delle Olimpiadi». Non è però la sola transgender in gara a questi Giochi.

Sì, perché anche un'altra boxeur che non ha superato i test di genere sta partecipando al torneo olimpico. Ovvero la taiwanese Lin Yu-ting, anche lei squalificata dai Mondiali del 2023 a causa di test del dna che hanno dimostrato la presenza di cromosomi XY. La Lin, che nella rassegna iridata è stata anche privata della medaglia di bronzo per aver fallito il test di verifica ormonale, affronterà domani invece l'uzbeka Turdibekova nei -57 kg.

L'Iba la Federazione internazionale di boxe - ha espresso «preoccupazione per l'applicazione incoerente dei criteri di ammissibilità». Sul tema, il Cio è stato laconico, invitando a non incitare alla «caccia alle streghe» e sostenendo che «Questi pugili sono del tutto idonei, sono donne sui loro passaporti». «È scioccante che siano arrivati fino a questo punto», commenta invece l'ex campione del mondo irlandese Barry McGuigan.

Oltre al pugilato, anche il calcio olimpico ha i suoi due casi: a Parigi sono finite nel mirino dei sospetti pure due giocatrici dello Zambia. Che, come le boxeur citate in precedenza, erano già state lasciate fuori dalla Coppa d'Africa sempre per eccesso di ormoni maschili. Una delle due, Barbra Banda, già al centro di polemiche, aveva segnato 5 gol in 56' in un match contro l'Australia.

L'elenco delle transgender non è finito. Tra gli iscritti agli eventi femminili di Parigi ci sono due atlete non binarie.

Si tratta di Nikki Hiltz, che ha vinto la gara dei 1.500 metri ai campionati statunitensi di atletica il mese scorso e farà il suo debutto olimpico allo Stade de France tra pochissimi giorni. L'altra è la calciatrice canadese Quinn.

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