«L'escalation dell'immigrazione? In parte è anche causata dalla guerra ibrida voluta da Mosca». È un monito fatto risuonare con forza, quello lanciato da Guido Crosetto. Un invito lanciato anche alla Nato e agli Stati Uniti a cui viene chiesto di non sottovalutare questo nuovo fronte e questo elemento di destabilizzazione.
L'allarme viene lanciato dal ministro della Difesa nel giorno in cui a Palazzo Chigi viene convocato un vertice d'urgenza tra Giorgia Meloni, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, quello della Difesa e i vertici dei Servizi segreti, la direttrice del Dis Elisabetta Belloni e il direttore dell'Aise Giovanni Caravelli. Alla riunione partecipano in collegamento da remoto anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e quello delle Infrastrutture, Matteo Salvini, impegnati in due diverse missioni all'estero. Uno scambio di idee in cui torna in campo l'ipotesi di un maggior coordinamento sulla sorveglianza marittima per l'individuazione dei barconi che trasportano migranti in acque extraterritoriali, con il coinvolgimento della Marina militare, che ha gli strumenti tecnologici adeguati.
«Mi sembra che ormai si possa affermare che l'aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni paesi Africani», scrive Crosetto. «Ue, Nato e Occidente dovrebbero prendere atto che l'immigrazione incontrollata e continua, sommata alla crisi economica e sociale, diventa un modo per colpire i paesi più esposti, in primis l'Italia».
La divisione Wagner è una società militare privata russa guidata da uno dei più intimi gerarchi di Vladimir Putin, Yvgeni Prigozhin. «L'Alleanza atlantica si consolida se si condividono anche i problemi che nascono dalle scelte collettive, ma rischia di incrinarsi se i Paesi più esposti a ritorsioni di vario tipo (come aprire i rubinetti dell'immigrazione da parte di alcuni Stati) vengono lasciati soli» aggiunge Crosetto. Il quale viene insultato dal capo della Wagner: «Non ci occupiamo di migranti, mudak». Che significa «Coglione, bastardo».
L'idea, insomma, per dirla con Massimiliano Romeo, è che la Russia stia creando una vera e propria bomba migratoria per mettere in difficoltà l'Unione Europea. Una tesi che, pur polemizzando, viene suffragata anche dal Pd: «Quando lo dicemmo noi la scorsa estate, venimmo riempiti di contumelie dalla destra» ricorda il senatore Enrico Borghi, componente del Copasir. Entra più nel dettaglio, parlando con l'AdnKronos, Brian Jenkins, esperto del think tank Rand Corporation: «I Paesi dove è diventata più forte la presenza dei mercenari del gruppo Wagner sono Libia, Sudan, Mozambico, Repubblica Centrafricana, Repubblica Democratica del Congo e Mali. Il Cremlino li usa per eliminare l'influenza occidentale dal continente africano».
Se l'Italia pensa a nuove misure di contenimento, oggi dal collegio dei commissari Ue a Strasburgo dovrebbero essere adottati due provvedimenti: il primo riguarda la strategia di gestione dei confini europei per i prossimi cinque anni.
Il secondo il mutuo riconoscimento delle decisioni di ciascun Paese sui rimpatri dei migranti sbarcati illegalmente. Decisioni che dovrebbero aiutare a superare una delle principali strozzature che hanno reso facile per i richiedenti asilo presentare domande in più di uno Stato, ingolfando il sistema.
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