Ma sulla "panza" di Higuain si può ridere

Ma sulla "panza" di Higuain si può ridere

Gonzalo e non Gonzala o Gonçala. Questo è il problema. Una scelta di vita, di giro vita, un chilo, un chilo e mezzo in più e sei fottuto. In alcuni casi, tipo Italia, licenziato. In tronco, si può dire alludendo. Eppure qualche giorno fa John Hartson, ex calciatore gallese oggi opinionista per BT Sport, aveva commentato il fisico del Gonzalo Higuain di cui sopra, come "heavy", pesante, immediatamente tradotto da qualche perfido collega nostrano in "ciccione". Non risulta, al momento, che sir Michael Rake, presidente della BT Group, abbia sollevato dall'incarico l'Hartson e che lo stesso gallese sia stato costretto a chiedere scusa al calciatore argentino. Anzi. Gli inglesi se la sono spassata, alcuni hanno scritto che Higuain non aveva sostituito Mandzukic ma se l'era mangiato, così si spiegavano i lombi opimi, le evidenti aderenze del campione sudamericano presentatosi all'appello in sovrappeso. Gonzalo è abituato allo scherno, el gordo o gordito si scrive e si dice in spagnolo, Antonio Cassano era un testimonial del settore; De Laurentis Aurelio, il presidente padrone del Napoli, nel febbraio scorso, addirittura disse che Higuain aveva un mattone sulla pancia che andava smaltito; non fu richiamato all'ordine né dai dirigenti della Lega calcio, né da quelli dell'assocalciatori, né dal sindacato muratori. Sta di fatto che l'argentino si mise a segnare gol, a chili ovviamente.

Noi maschi non abbiamo la cellulite ma la panza o pancetta, dono di Dio all'atto di nascita, destinata ad allargarsi da contratto, quando, sul petto villoso, la tartaruga lascia il posto al maiale. Del resto si usa dire quello è uomo di panza (ma con altro significato). È il fato e Gonzalo, da buon argentino, è un fatalista, sa che deve accettare, nel senso buono, e dopo aver smentito De Laurentiis farà lo stesso con l'Hartson e tutti gli altri diversamente magri. Tutto il resto è grasso che cola.

Segnalo che erano tempi in

cui andava di gran moda una pattinatrice, dieci volte campionessa italiana e sesta alle Olimpiadi di Innsbruck: si chiama Ciccia Matilde e quando lei trionfava, noi titolavamo: Ha vinto la Ciccia. E non venivamo licenziati.

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