Sulla revoca ai Benetton un altro rinvio

De Micheli: "La situazione è complicata". L'ira dei parenti delle vittime

Sulla revoca ai Benetton un altro rinvio

Perfino gli slogan si fanno più cauti. In quindici giorni, si è passati dalla buffa esultanza a fumetti di Danilo Toninelli («I Benetton sono fuori da Autostrade») alla più burocratica presa d'atto di ieri sul Blog delle stelle: «Abbiamo dato il via all'estromissione di Atlantia, del gruppo Benetton, dal controllo di Autostrade per l'Italia».

Il percorso insomma, è solo al «via», come ammette il ministro per le Infrastrutture Paola De Micheli. Dopo un primo appuntamento del 27 luglio saltato, il 30 luglio aveva annunciato: «Per il 3 agosto saranno definiti gli accordi societari tra Cdp e Atlantia». E per mercoledì si prevedeva una firma sul memorandum che regola il passaggio del controllo di Aspi in mani pubbliche. Ieri il nuovo rinvio: «Noi mercoledì -ha detto il ministro- definiremo gli aspetti tecnici, la firma non credo che ci sarà».

Pessimo tempismo: il nuovo rinvio arriva proprio nel giorno della cerimonia per il nuovo ponte. La sbandierata estromissione dei Benetton, che il governo sperava di poter vantare con i familiari delle vittime del ponte Morandi, può attendere. E non è tutto: il ministero per le Infrastrutture, inaugurato il ponte, ne affiderà inevitabilmente la gestione proprio alla società tuttora controllata dalla famiglia Benetton. Un colpo al cuore per i parenti delle vittime, come spiega la rappresentante dell'associazione che li riunisce, Egle Possetti: «La gestione del nuovo ponte andrà a chi si occupava di quello crollato. Razionalmente possiamo capirlo, ma fa troppo male, non possiamo accettarlo». Una nota stonata che di certo non sfugge al governo. E infatti Paola De Micheli cerca di metterci una toppa: «L'impianto che stiamo cercando di attuare in questi giorni, con una complicazione giuridica e tecnica importante, va nella direzione richiesta dalle famiglie delle vittime.

La verità è che la trattativa tra la Cassa depositi e prestiti e Atlantia per il memorandum che segnerà il cambio di consegne ha un finale ancora non scritto. Il nodo più importante è quello finanziario. Il ministro De Micheli promette che «sarà un'operazione di mercato», ma i nodi sono tanti. A partire dal prezzo delle azioni che Cdp acquisterà. La Cassa che gestisce i risparmi dei pensionati vorrebbe una valutazione del capitale di Aspi pari a 10 miliardi ma al momento la valutazione dei soci è di 12,5 miliardi, già svalutata rispetto ai 15 precedenti alla tragedia del ponte. Il problema è che tra i soci ci sono influenti gruppi stranieri e la Fondazione Cassa di Risparmio di Torino che ha lanciato l'allarme al ministro Gualtieri: se la valutazione sarà troppo bassa la fondazione vedrà perdere di valore il proprio investimento.

Gualtieri, che è regista della manovra Cdp-Atlantia, ha anche la sorveglianza sulle fondazioni bancarie. Ed ecco perché la commissione parlamentare che vigila sulla Cdp, presieduta dall'azzurro Sestino Giacomoni, lo ha convocato per giovedì per chiedergli spiegazioni.

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