Guerra in Ucraina

Sull'emergenza grano Draghi "coinvolge" l'Onu e si muove Washington

Un protocollo tra Stati Uniti e Ucraina "per migliorare l'approvvigionamento"

Sull'emergenza grano Draghi "coinvolge" l'Onu e si muove Washington

New York. Dinanzi allo scetticismo sulla reale volontà di cooperazione della Russia e alla macchinosità di azioni multilaterali, Washington rafforza la collaborazione bilaterale con Kiev sul piano agricolo per tentare di superare la crisi alimentare e modulare una piattaforma di partenza per la fase di ricostruzione quando la guerra sarà finita.

In un incontro alle Nazioni Unite il segretario all'Agricoltura Usa Tom Vilsack ha annunciato che il suo dipartimento e il ministero delle Politiche agrarie e dell'alimentazione dell'Ucraina stanno stipulando un protocollo d'intesa per migliorare il coordinamento tra i settori agricolo e alimentare dei due Paesi, costruendo una partnership strategica per affrontare la crisi del cibo su scala più ampia. «Da febbraio il mondo è stato testimone dell'ingiustificata invasione russa dell'Ucraina e dell'interruzione che sta causando alla produzione agricola, al commercio e, soprattutto, alla sicurezza alimentare», ha affermato Vilsack. Questo protocollo, ha aggiunto, «semplificherà la partnership strategica tra le nostre due Nazioni per migliorare la produttività, affrontare i problemi della catena di approvvigionamento e identificare le sfide per la sicurezza alimentare. È un importante passo avanti e ci consentirà di combattere meglio insieme l'insicurezza alimentare globale». Il segretario ha poi riaffermato che l'impegno degli Usa riguarda anche il momento in cui finirà il conflitto, quando l'assistenza tecnica servirà per accelerare la ricostruzione. Vilsack invece è freddo sulla reale volontà dei russi di cooperare, ribadendo che Mosca «usa il cibo come arma di guerra». «Il fallimento della Russia nel permettere la riapertura dei porti causa notevoli problemi. Il fatto che quel grano non possa arrivare sul mercato crea non solo una potenziale carenza nei Paesi di Africa e Medio Oriente e il rischio di maggiore instabilità e disordini in quegli Stati, ma anche un'opportunità per quelli che speculano sul valore del grano che si risolve in prezzi più alti del cibo oltre confine». «Spero e incoraggio la Russia prima di tutto a porre fine alla guerra - ha proseguito - e in secondo luogo a negoziare in buona fede la riapertura dei porti velocemente». Da San Pietroburgo Putin ha detto che la Russia «accoglie con favore l'invito dell'Onu per il dialogo sulla sicurezza alimentare, non ostacola la fornitura di grano ucraino al mercato mondiale, e non ha minato i loro porti». Per ora si tratta solo di dichiarazioni, dinanzi a cui i partner transatlantici dell'Ucraina preparano azioni alternative, come quella voluta da Biden di preparare silos in Polonia per il trasporto via terra di grano o farlo navigare sul Danubio.

Intanto dalla collaborazione tra il Palazzo di Vetro e Ankara sulla vicenda del grano emerge l'ipotesi di creare corridoi umanitari marittimi invece che procedere allo sminamento delle acque del Mar Nero antistanti i porti ucraini.

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