Onorevole Ferrante, sottosegretario alle Infrastrutture, dopo la mossa del governo che limita la vigilanza dei giudici contabili sul Pnrr, Bruxelles lancia l'allarme.
«Il Pnrr è un piano pensato e redatto in un diverso momento storico. Si era in piena emergenza pandemica, ma non c'era la guerra in Ucraina, non c'era l'aumento del costo delle materie prime ed energetiche, non c'era la pericolosa spirale inflattiva. Forza Italia ha sempre detto e continua a ribadire che è necessario attualizzare quel piano, renderlo compatibile con l'effettiva capacità di spesa delle risorse, da parte del nostro apparato pubblico, e di raggiungimento degli obiettivi prefissati. In ogni caso non ci sono ritardi e sono in corso le interlocuzioni tra l'esecutivo e la Commissione per apportare le necessarie modifiche. Sono certo che l'Italia spenderà tutte e bene le risorse erogate».
E tra i progetti, il più importante, il Ponte di Messina è sempre oggetto di polemiche
«È una bandiera identitaria di Forza Italia. Il presidente Silvio Berlusconi è stato il primo capo di governo che l'ha concretamente introdotta nel dibattito pubblico. L'opera, i cui lavori partiranno entro l'estate del 2024 per concludersi entro il 2032, consentirà di collegare non soltanto la Sicilia al continente ma, essendo inserita nel Corridoio transeuropeo Berlino-Palermo, farà della Sicilia il più grande hub logistico del Mediterraneo. A opporsi è la solita sinistra, progressista a parole ma ultraconservatrice nei fatti. Che parte dal pregiudizio per cui dietro le grandi opere si celi sempre il malaffare. Segno di debolezza e di scarsa fiducia nella serietà dell'imprenditoria italiana».
Anche il Wwf si è schierato tra le file degli oppositori. Dice che la campata del ponte è troppo bassa e non permette il passaggio delle grandi navi.
«In realtà gli studi effettuati in sede di progettazione dimostrano che la distanza tra la struttura del ponte e la superficie dell'acqua va dai 65 e i 70 metri. Un valore che non incide sul traffico marittimo».
Sempre il Wwf sostiene che lo Stretto è zona altamente ventosa e che quindi la struttura rischierebbe di essere chiuso al traffico di frequente.
«Il progetto prevede un impalcato aerodinamico di terza generazione stabile fino ad una velocità del vento di 270 km/h e prevede che lo stesso sia aperto al traffico stradale fino a quando le raffiche di vento non raggiungano la velocità di 158,2 km/h, mentre il traffico ferroviario può proseguire fino a quando le raffiche non raggiungano la velocità di 194 km/h. D'altro canto, con le stesse condizioni di vento nessun traghetto potrebbe staccarsi dalla banchina».
La gran parte dei siciliani si mostra favorevole al ponte ma chiede il potenziamento delle infrastrutture regionali altrimenti il Ponte rischierebbe di essere una cattedrale nel deserto.
«La logica per cui c'è sempre qualcosa di più urgente è una logica da abbandonare perché è alla base dell'immobilismo infrastrutturale italiano.
La realizzazione del Ponte svilupperà un indotto fatto di riqualificazione urbanistica, stradale, ferroviaria sia in Sicilia che in Calabria, con effetti imponenti pure in termini di occupazione e crescita. Penso solo al commissariamento della autostrada Palermo-Catania, previsto nello stesso decreto Ponte, che consentirà di velocizzare l'iter di adeguamento di questo fondamentale collegamento regionale».
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