È l'ora della verità per il centrodestra. Oggi alle 13 Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni si ritroveranno a pranzo ad Arcore per un vertice atteso da tempo. Un incontro che rappresenterà la prima vera occasione per mettere da parte tatticismi e schermaglie verbali e definire l'identità della coalizione.
Quella di oggi viene definita come una «prima presa di contatto», un passaggio necessario per sciogliere il ghiaccio e riavviare il motore del dialogo dopo l'ultimo summit, poco più simbolico, in un ristorante di Catania per sostenere la candidatura di Nello Musumeci il 2 novembre scorso. Sarà il primo di una serie di incontri tra Berlusconi, Salvini e Giorgia Meloni. Il prossimo vertice sarà organizzato in casa Lega. In questo modo si stabilirà una sorta di par condicio «geografica» evitando quella sorta di «gerarchia dell'ospitalità» lamentata in passato dal leader della Lega, sempre poco propenso a presentarsi ad Arcore (in passato non a caso gli incontri si svolsero a Via Rovani, residenza milanese di Berlusconi).
Salvini ha fatto trapelare che oggi chiederà agli alleati l'impegno ufficiale ad azzerare la legge Fornero come primo atto del nuovo governo. E proprio su alcuni capisaldi e su alcune proposte-bandiera ci si concentrerà visto che il 19 gennaio, oltre ai contrassegni dei partiti che comporranno la coalizione, bisognerà depositare anche il programma comune e in questo senso è necessaria una forte accelerazione. Oltre che sulla Fornero bisognerà trovare un punto di incontro definitivo anche sull'aliquota della flat tax e sulla sua declinazione nel corso del prossimo quinquennio. Mentre la Meloni chiede «una difesa feroce del made in Italy e un imponente piano di sostegno alla natalità».
La suddivisione e la distribuzione dei collegi tra i vari partiti passerà attraverso un negoziato duro. «Dovremo stabilire il percorso per assegnare le candidature e decidere insieme da chi sarà composto il tavolo preposto alla trattativa» spiegano fonti azzurre. Lo scoglio maggiore resta il peso da assegnare alla quarta gamba, ancora poco misurabile attraverso i sondaggi. Inoltre bisogna stabilire se considerarla un membro a tutti gli effetti della coalizione, come chiede Forza Italia, oppure una «appendice» del partito azzurro, come vorrebbe la Lega. Di fronte alla tesi leghista la replica del partito di Piazza San Lorenzo in Lucina è semplice: «I sondaggi e l'ultima simulazione sull'attribuzione dei seggi ci dicono che mancherebbe solo una manciata di seggi per consentire al centrodestra di conquistare la maggioranza assoluta a Montecitorio e la stessa possibilità si profila per Palazzo Madama. Si parla di 20 seggi. Noi con l'Italia-Udc può portarceli. Ci accusano sempre di non voler vincere e poi si mettono di traverso per una forza politica che con il suo valore aggiunto può risultare decisiva per avere una maggioranza di centrodestra?». Non a caso anche Raffaele Fitto, presidente di Noi con l'Italia, fa notare che «alcuni sondaggi oggi danno il centrodestra vicino alla maggioranza assoluta.
Anche grazie a Noi Con l'Italia che in pochi giorni ha trasformato la quarta gamba in un soggetto politico in grado di offrire proposte popolari e liberali».Sullo sfondo Antonio Tajani fa notare «quanto sia cambiata la valutazione di Berlusconi considerato in Europa garante della stabilità, cosa che interessa l'Europa ma anche Stati Uniti e il mondo intero».
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