Signore e signori, premetto: non sono uno di quelli che appena un mio commensale guarda lo smartphone o una notifica sull'Apple Watch mi indigno. È il mondo in cui viviamo, cosa sarà mai, e spesso essere altrove con un cellulare è un modo per tollerare la noia di chi ci sta di fronte.
Tuttavia c'è un limite. Tipo quello che è a accaduto a Ezio Bosso, un grande direttore d'orchestra, durante l'esecuzione di un concerto alle Muse di Mozart, quando si è bloccato per lo squillo di un cellulare, prolungando una pausa di oltre un minuto, visibilmente infastidito. La cosa ha suscitato polemiche, come fosse strano Bosso. Fosse stato Beethoven avrebbe chiesto la ghigliottina.
Insomma, cercate di mettervi nei suoi panni: lui sta eseguendo qualcosa di importante fondata sull'ascolto, la musica, e irrompe la vostra suoneria del cazzo. Ecco, durante una cena, magari con una persona con cui faticate a non sbadigliare, ci sta pure, ma durante un concerto no. Ezio Bosso ha dichiarato: «È un vaso incrinato, è un'emozione interrotta, è una bellezza che si scompone, peggio di una tela sfregiata».
Ha ragione, io sono con lui, chiunque dovrebbe essere con lui. Io perfino al cinema mi premuro di silenziare la suoneria e anche di non dare fastidio con la luce del display al mio vicino di poltrona, figuriamoci al teatro o durante un concerto (a cui non vado perché mi annoio, ma se ci andassi staccherei tutto all'inizio). Ma non solo al cinema o a teatro: recentemente sono stato vicino a Gipi (che mi ha chiesto di non nominarlo mai su il Giornale sennò lo attaccano da sinistra), il mio fumettista preferito, nel suo studio, che disegnava di fronte a me e ho staccato il cellulare per non disturbarlo.
Da qui possiamo fare diverse riflessioni, per esempio che non abbiamo più il senso dell'opera d'arte, del rispetto dell'opera d'arte, forse del rispetto di qualsiasi cosa perché tutta la nostra vita gira intorno a ciò che gira dentro al nostro telefonino, ovunque noi siamo.
Ma attenzione, paradossalmente non è un problema anagrafico, non è un problema dei giovani (ammesso che «giovani» voglia dire qualcosa, ci sono giovani educati e vecchi stronzi e viceversa) o quantomeno non sempre. Fabio Tiberi, il direttore della Form, la filarmonica delle Marche, ha infatti notato che «la maggior parte delle volte sono coinvolte persone anziane, che hanno poca dimestichezza con il cellulare. Non è un caso che squilli di cellulare non capitino mai durante le prove aperte agli studenti».
Se questo è vero, una soluzione: ai giovani che fanno squillare i telefonini durante un concerto una multa salata, perché significa
che sono scemi, mentre ai vecchi sequestrate il telefonino direttamente all'ingresso, perché sono solo vecchi, non è colpa loro, ma neppure possono rompere le palle a Bosso e a chi è a un concerto per ascoltare la musica.
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