Il presidente del Consiglio Mario Draghi approfitta della visita in Italia del cancelliere tedesco Olaf Scholz per aprire una finestra sulle prossime mosse del governo per arginare la diffusione della variante Omicron. I dati preoccupano: Palazzo Chigi, ministero della Salute e Cts lavorano alla bozza del provvedimento con le nuove misure da portare in cabina di regia giovedì. I fronti aperti nell'esecutivo sono tanti: dalla riduzione (5/6 mesi) del periodo di validità del green pass all'obbligo del tampone anche per vaccinati e guariti per partecipare a eventi, feste, concerti e stadi. Pare che sia stata tolta dal tavolo, almeno in questa fase, l'ipotesi di allargare la platea dell'obbligo vaccinale. Se ne riparlerà a gennaio.
E dunque, Draghi, consapevole di muoversi su un terreno scivoloso per il suo esecutivo, non si sbilancia. E rimanda ogni decisione all'indomani di un'analisi dei dati: «In cabina di regia questa settimana passeremo in rassegna eventuali provvedimenti in vista delle vacanze di Natale. Non c'è ancora nulla di deciso. Aspettiamo fino a mercoledì o giovedì dati di sequenziamento per vedere la velocità di diffusione della variante Omicron del coronavirus» spiega al termine del colloquio con il Cancelliere tedesco Scholz. Si decide alla fine. Ma su un punto il capo del governo sembra deciso: «Si deve procedere con la massima rapidità per la somministrazione della terza dose». Obiettivo che il premier potrebbe inseguire con l'allargamento dell'applicazione del super green pass a nuovi ambiti della convivenza sociale. Su questo punto si sta incentrando la discussione nel governo nelle ultime ore. Sembra acquisita, invece, la decisione di introdurre un filtro, con nuove restrizioni, per accedere ai centri commerciali. Mentre non sembra convincere la scelta di introdurre l'obbligo del vaccino per accedere ai grandi eventi, stadi, concerti e musei. Su questo punto la spaccatura nell'esecutivo è troppo evidente.
Altra misura allo studio è la reintroduzione dell'obbligo dell'uso della mascherina all'aperto. Obbligo già in vigore in alcune regioni: Campania, Veneto, Lazio. La linea di Draghi sarebbe orientata a rimettere nelle mani dei sindaci e dei governatori il potere di obbligare i cittadini a usare la mascherina all'aperto. La Campania si è portata avanti: il governatore Vincenzo De Luca ha disposto il divieto di feste private e di piazze. Tutto chiuso fino alla Befana. Ma nel governo nazionale la linea rigorista non sfonda. Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia è netto: «Di un nuovo lockdown proprio non se ne parla. Già dare queste notizie è controproducente, perché innesca un clima di sfiducia che è l'ultima cosa che serve non solo al turismo, ma a tutti». In linea il leader della Lega Matteo Salvini che frena: «Lavoriamo per evitare qualsiasi chiusura. Agli italiani sono stati chiesti enormi sacrifici per evitare chiusure, quindi ci sono milioni e milioni di italiani, anzi decine di milioni di italiani, che sono corsi a farsi vaccinare. Quindi, parlare di chiusure mi sembra prematuro».
E Forza Italia, con il capogruppo al Senato Annamaria Bernini, chiede di insistere sul «binomio vaccini-green pass che è stato finora un efficacissimo mezzo di contenimento della pandemia, un modello che in Europa molti stanno copiando, ed è su questi strumenti che bisogna continuare a puntare». Giorgia Meloni insorge: «Altre restrizioni, Speranza si dimetta».
Sul tavolo della cabina di regia approda anche la proposta di ridurre a 5 mesi il periodo di validità del green pass. Altra mossa per spingere sulla campagna vaccinale. D'altronde Draghi è stato chiaro: solo il vaccino può impedire un nuovo lockdown.
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