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Dalla supremazia Ue sul diritto nazionale agli "aggiustamenti" per cambiare il Pnrr

L'arrivo sui tavoli europei dei dossier con cui si misurerà il governo Meloni. E lei non nasconde la realtà: "Siamo in una situazione difficilissima"

Dalla supremazia Ue sul diritto nazionale agli "aggiustamenti" per cambiare il Pnrr

Arrivano sui tavoli europei i dossier italiani con cui si deve misurare il governo Meloni. Poco prima del debutto istituzionale e degli incontri ufficiali al Parlamento, Commissione e Consiglio europeo, il premier ha avuto un vertice con il commissario Ue Paolo Gentiloni e l'ambasciatore in Ue Pietro Benassi. Un pranzo informale - affiancata dal ministro per gli Affari europei e il Pnrr Raffaele Fitto - definito «piacevole e doveroso». In circa un'ora sono stati affrontati anche i temi più urgenti: la legge di bilancio, l'attuazione del Pnrr, la crisi dei prezzi dell'energia, ma anche la riforma del patto di stabilità, su cui l'esecutivo Ue presenterà una proposta la prossima settimana.

«Sono molto contenta di aver scelto di venire qui per la mia prima visita internazionale, qui a Bruxelles e segnatamente qui al Parlamento. Domani (oggi ndr) ho il Consiglio dei ministri, perché stiamo correndo contro il tempo per la legge di bilancio», ha detto Meloni alla presidente Roberta Metsola, in un video dell'incontro diffuso dal Parlamento Europeo. In un altro spezzone del video si sente la premier commentare: «Siamo in una situazione difficilissima». Del resto i dossier aperti tra Italia e Unione europea sono diversi, dalla ricollocazione dei migranti alla supremazia del diritto Ue su quello nazionale - battaglia cara a Fdi -, alla questione energetica. Il primo ha già registrato frizioni con Berlino. L'Italia frena sulle attività delle navi delle Ong, e Bruxelles che chiede che i soccorsi vengano garantiti il più rapidamente possibile. Una portavoce della Commissione ieri ha voluto ricordare che «salvare vite in mare è un dovere morale». C'è soprattutto il Pnrr, su cui Meloni spera di poter intervenire con «aggiustamenti». Fitto anche ieri ha ribadito come sia stato «approvato prima dello scoppio della guerra, l'aumento del costo delle materie prime è intorno al 30-35% e questo fa intravedere una necessità che non sta a me proporre come dichiarazione, ma sarà oggetto di un confronto con la Commissione europea». C'è la crisi energetica, il price cap, il disaccoppiamento dei prezzi dell'energia da quello del gas, riforma del mercato Ttf, aiuti a imprese e cittadini. Nodi su cui serve «una politica e una strategia energetica comuni più incisive», ha detto anche Giorgetti volato a Berlino dove ha incontrato il ministro delle Finanze tedesco Christian Lindner. L'Italia potrebbe utilizzare come risorse aggiuntive i 4 miliardi di fondi strutturali Ue non ancora spesi. La trattativa è aperta.

E c'è la riforma delle regole di bilancio europee che sarà discussa anche dal ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti lunedì all'Eurogruppo e nei suoi colloqui bilaterali, in cui presenterà le linee delle scelte di bilancio e di politica economica. Difficile che lunedì sia anche affrontato il meccanismo europeo di stabilità (Mes), su cui è attesa a Bruxelles la ratifica dell'Italia. Ratifica di modifiche al trattato che però erano state già contestate sia dalla Lega che da Fdi: «Dubito che il governo italiano abbia avuto l'opportunità di discutere questo particolare problema, quindi daremo loro un po' di tempo per organizzare il loro lavoro, ma sì, ci aspettiamo che rispettino il loro impegno - fa sapere però un alto funzionario Ue - È un impegno che l'Italia ha già preso, ci aspettiamo che il Governo italiano rispetti i suoi impegni». All'orizzonte potrebbe esserci un braccio di ferro sulle concessioni balneari, visto che l'Ue da anni chiede all'Italia di applicare la direttiva Bolkestein mettendo a gara le concessioni degli stabilimenti. Il nuovo governo punta a far prevalere il diritto nazionale su quello europeo.

Ci sono infine i dossier sulle compagnie italiane, da Ita a Mps a Tim, sotto la lente della Commissione Ue che vigila sul rispetto della libera concorrenza e delle regole sugli aiuti di Stato.

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