La Svezia femminista in crisi per le donne

La Svezia femminista in crisi per le donne

Le due più importanti istituzioni del Paese, l'Accademia svedese e la Corona, finite nel calderone di uno scandalo di portata internazionale. Con le donne nel ruolo di protagoniste, vittime o carnefici, nel Paese in cui l'esecutivo del premier Stefan Löfven si definisce «il primo governo femminista del mondo».

La decisione di posticipare all'anno prossimo l'assegnazione del Nobel per la Letteratura a causa dello scandalo che ha travolto l'Accademia svedese è anche una battaglia per le donne e fra le donne nel Paese che ha fatto della parità di genere la sua bandiera. La poetessa Katarina Frostenson è infatti una delle ex giurate dell'Accademia che avrebbe coperto e favorito il marito e fotografo francese Jean-Claude Arnault, denunciato da 18 signore per molestie sessuali (tra le altre «vittime» c'è stata anche la futura regina Vittoria).

Ma contro di lei si sono levate le voci e le dimissioni di altre colleghe, tra cui la segretaria permanente dell'Accademia, Sara Danius, dal 2015 prima donna a capo dell'ente. E femminile è la penna del quotidiano Dagens Nyheter, la giornalista Matilda Gustafsson, che ha raccolto le denunce e sollevato lo scandalo. È la nemesi in un Paese in cui il femminismo, oltre che dal governo, è stato sventolato nei programmi di tutti i partiti, compreso quelli di opposizione (tranne l'estrema destra dei «Democratici svedesi»), tre su quattro guidati da donne. Nel governo di coalizione a maggioranza socialdemocratica le ministre sono 12 su 23. E le ambasciatrici del Paese il 45%. Quando l'esecutivo si insediò - era il 2014 - le sedi diplomatiche straniere a Stoccolma ricevettero un fax che recitava così: «La nostra politica è femminista. E la vostra?».

Nel 2015 fece grande clamore la ministra Margot Wallström che in segno di protesta contro la condizione femminile in Arabia saudita annunciò la fine dei contratti per la vendita di armi con Riad. «Il femminismo in politica estera è diventato uno strumento per la risoluzione dei conflitti», ha spiegato la responsabile degli Affari Esteri.

E infatti, oltre che nelle scuole materne, dove la pedagogia della parità è una religione, anche i soldati in missioni internazionali vengono formati alle problematiche di genere, in modo che le donne non siano escluse dai processi di pace. Poi però, anche in Svezia, c'è l'altra faccia della medaglia. Fatta di una donna di potere, la poetessa Frostenson, che avrebbe lasciato agire indisturbato, per anni, il marito a caccia di prede femminili.

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