Politica

La svolta dei 5 Stelle: dal "vaffa" alle lezioni di etica

I grillini in passato hanno usato le parole più aberranti per screditare gli avversari, ma ora nella loro Scuola di formazione promuovono un corso sull'etica da rispettare in politica

La svolta dei 5 Stelle: dal "vaffa" alle lezioni di etica

Dal "vaffa" alle lezioni di etica il passo è breve. Quella del Movimento 5 Stelle è solo una delle tante giravolte, che questa volta prende corpo nella Scuola di formazione anticipata da una serie di corsi introduttivi. Tra questi figura appunto quello relativo all'etica e alla politica, affidato al teologo Vito Mancuso e al costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. "Perché un politico sia degno di questo nome occorrono la preparazione, la passione e la competenza. Ma l'etica rimane un elemento essenziale", è stata la tesi di fondo. Che però non smacchia l'incompetenza mostrata più di una volta dai pentastellati.

Fa strano osservare che ora i grillini si facciano promotori di corsi legali all'etica da tenere in politica, visto che nel loro passano hanno fatto ricorso alle espressioni più aberranti per screditare i loro avversari politici. Erano altri tempi, certo, ma la valanga di fango e di odio gettata sugli "altri" e sui "soliti partiti" non possono essere dimenticati con la stessa velocità di uno schiocco di dita.

Il passato che i 5S dimenticano

Innanzitutto parole come "vecchia politica", "partiti", "poltrone" e "soldi" sono sempre state demonizzate, affiancati a concetti chissà quanto malvagi da cui prendere sempre le distanze. Salvo poi farli propri, passo dopo passo. E via così di presidenze, posti in Parlamento e nelle commissioni, stipendi, contributo 2xmille e strutture interne che fanno diventare il Movimento il sosia di un vero e proprio partito.

Ma torniamo al punto principale: davvero i 5 Stelle hanno la faccia tosta di impartire lezioni sull'etica politica? Se si pone lo sguardo al passato si possono ripercorrere una per una le tappe di un film che ha visto i grillini dilettarsi nelle peggiori offese. Non esistevano mezzi termini: gli avversari politici sono stati bollati con frasi choc. Non può non essere citata Paola Taverna, che si era rivolta al Partito democratico con espressioni del tipo "mafiosi, schifosi, siete delle merde, dovete morire".

Esuberanza e veracità sono stati i due caratteri che hanno contraddistinto la senatrice Taverna, che anche in Parlamento non si era sottratta dall'usare epiteti volgari e urla da fare invidia a Luciano Pavarotti. Ricorderete anche il discutibile post di Beppe Grillo, che nel 2014 sui suoi social postava un video chiedendo agli utenti: "Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?". Un'occasione per dare sfogo ai pensieri più osceni, commenti sessisti e deplorevoli sotto il post.

Le sfuriate di Conte

"Sì, ma ora c'è Conte e le cose sono cambiate", diranno i pochi grillini rimasti. Che però devono essere smentiti anche su questa storiella secondo cui Giuseppe Conte sarebbe il volto nuovo, il profilo garbato che avrebbe restituito dignità e serietà alla Politica. Opinioni rispettabili, ci mancherebbe. Ma anche all'ex presidente del Consiglio è capitato a volte di lasciarsi andare a delle sfuriate, che hanno così finito per smentire le tesi che lo dipingono come eternamente sobrio e impeccabile dal punto di vista dell'eleganza politica.

Ad esempio il savoir faire del leader 5 Stelle deve essersi concesso un pisolino qualche settimana fa, quando Conte aveva replicato alle accuse dei compagni del Partito democratico con tanto di pugni sbattuti sul tavolo e tono della voce alto: "Noi irresponsabili e inaffidabili? Non posso accettare queste accuse. Vogliamo il rispetto da tutte le forze politiche".

"Nella sfera politica cambiare opinione è possibile. Anzi, spesso è necessario e un merito. Bisogna però sempre pagare il costo del cambiamento della propria opinione, cioè il riconoscimento dell'errore passato", ha ammonito Zagrebelsky. In effetti molti elettori grillini sono ancora in attesa di capire bene le motivazioni che hanno spinto Giuseppe Conte a sposare prima il governo gialloverde, subito dopo quello giallorosso e infine quello guidato da Mario Draghi. Troppi ripensamenti repentini che non sono stati graditi dalla base, come dimostrano diversi sondaggi che danno il Movimento addirittura sotto il 13%.

Un'altra caduta di stile si è verificata anche a febbraio quando, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, ha puntato il dito contro i "giornaloni". Un'uscita che Conte poteva risparmiarsi, visto che ha ricoperto il ruolo di premier. Ma tranquilli: l'avvocato e la truppa grillina potranno usufruire del corso sull'etica.

Chissà però se una sola lezione basterà per cancellare i tratti peggiori del loro passato e trattare con dignità la politica.

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