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Svolta a sinistra di Alain Delon: dalla Le Pen alla eco-sindaca

Svolta a sinistra di Alain Delon: dalla Le Pen alla eco-sindaca

La primavera di Marsiglia ha fatto perdere la testa a Roch Siffredi. É una trappola. Roch Siffredi Era il nome del protagonista di Borsalino, il film tratto dal libro Bandits à Marseille, scritto da Eugène Saccomano, geniale giornalista radiofonico, premiato con la rosette della Legione d'onore, scomparso l'anno scorso. Eugene cedette i diritti a Delon per una cifra forfettaria rinunciando ai colossali incassi della pellicola. Siffredi, nella vita, era Alain Delon, simbolo della bellezza di Francia e dell'arte cinematografica. All'età di 84 anni, Delon ha deciso di smentire il proprio passato politico e si è buttato a sinistra. Con una dichiarazione pubblica ha appoggiato Samia Ghali, candidata di sinistra per il municipio di Marsiglia e la Ghali si è unita a Michèle Rubirola, del partito ecologista «Primavera a Marsiglia», nuovo sindaco della città e prima donna a ricoprire questo incarico.

Marsiglia non è più quella di Borsalino ma forse Delon non è più Siffredi il marsigliese. Dopo una adolescenza di rivoluzionario, durato lo spazio di un mattino, Alain-Roch è stato gollista nell'anima e non ha mai nascosto le proprie idee di destra sostenendo Valéry Giscard d'Estaing e, in seguito, Raymond Barre. Ha poi seguito la campagna elettorale di Sarkozy ma quando il consorte di madame Carla Bruni, una volta all'Eliseo, lo scaricò, Delon traslocò in zona dell'omonimo Alain, cioé Juppé. Al suo manifesto aggiunse François Fillon di cui ammirava, in una lettera aperta, il coraggio, l'esperienza e la volontà di andare diritto: «lo dico da uomo libero, da uomo d'onore, fedele ai valori e ai principi che mi hanno da sempre guidato». Dopo i risultati negativi del primo turno elettorale, Alain-Roch si tirò da parte, rinunciando al voto.

La sua solitudine, la sua anima un po' malinconica e introversa, lo portò al dissidio clamoroso con il suo vate, Luchino Visconti, regista del capolavoro Il Gattopardo, uomo di cultura troppo vicina alla sinistra, dunque un ostacolo all'individualismo del giovane francese che non si presentò addirittura per il trionfo al festival di Cannes. Il tempo è passato da quegli anni meravigliosi. Delon Siffredi è un uomo solo e solitario. Non depresso ma immalinconito. Improvvisamente si è ricordato di Marsiglia.

E si è dimenticato di se stesso.

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