
In attesa della "dichiarazione importante" sulla Russia che Donald Trump ha annunciato per domani, gli analisti valutano il suo cambio di passo verso Vladimir Putin. Il presidente americano ha già deciso di fornire armi a Volodymyr Zelensky e non esclude di usare la leva di nuove sanzioni contro Mosca: il tycoon è sempre più frustrato nei confronti dello zar del Cremlino, e il Financial Times parla di un "netto cambio di tono" rispetto ai primi mesi del secondo mandato, in cui Trump aveva spesso addossato le colpe del conflitto a Zelensky. Per Kristine Berzina del German Marshall Fund "è la volta in cui siamo più vicini a nuove misure finanziarie o a nuove pressioni su Putin" da parte dell'amministrazione Usa. Ma questo "non significa che gli Stati Uniti diventeranno all'improvviso grandi sostenitori dell'Ucraina", ha sottolineato da parte sua Max Bergmann del Center for Strategic and International Studies. E Rachel Rizzo dell'Atlantic Council ha parlato di "frustrazione verso Putin, più che di un nuovo slancio pro-Kiev".
L'Ucraina e molti funzionari americani, compresi quelli che appoggiano Trump, stanno spingendo il comandante in capo ad adottare nuove sanzioni: lui sinora si è rifiutato di farlo affermando di voler dare una possibilità alla diplomazia, ma i negoziati sono in una fase di stallo e potrebbe essere arrivato il tempo di una svolta.
Secondo l'Ft, comunque, il presidente russo ritiene che il fronte occidentale a sostegno dell'Ucraina stia iniziando a frammentarsi, e per questo non vede motivo di cercare un'intesa. Così, se da un lato Putin continua a colpire il nemico con una crescente potenza di fuoco, dall'altro pressa l'Iran, suo alleato nella guerra contro Kiev, perché accetti un accordo con gli Stati Uniti rinunciando completamente all'arricchimento dell'uranio. Una mossa, quest'ultima, con cui probabilmente spera di avere mani più libere sul fronte della guerra con l'Ucraina, in una sorta di possibile scambio di favori con Trump.
Secondo quanto riferito ad Axios da tre funzionari europei e un funzionario israeliano a conoscenza del dossier, Putin ha dichiarato sia a The Donald che ai funzionari iraniani di sostenere l'idea di un accordo in cui Teheran accetti la condizione di un "arricchimento zero". Si tratterebbe di una posizione decisamente inedita considerato che Mosca da anni è il principale sostenitore diplomatico della Repubblica islamica sul dossier nucleare. Ora invece, almeno in privato, lo zar avrebbe assunto una posizione più dura. "Sappiamo che questo è ciò che ha detto agli iraniani", ha fatto sapere un alto funzionario israeliano. "Putin sosterrebbe l'arricchimento zero. Ha incoraggiato gli iraniani a impegnarsi in tal senso per rendere i negoziati con gli americani più favorevoli. Ma loro hanno detto che non lo prenderanno in considerazione", ha affermato poi un funzionario europeo a conoscenza diretta dei colloqui.
Nel frattempo Zelensky sta insistendo con gli occidentali perché intraprendano azioni più severe contro Mosca. "Dovete inviare più che semplici segnali.
Il ritmo degli attacchi aerei russi richiede decisioni rapide e può essere rallentato ora dalle sanzioni", ha scritto su Telegram, facendo appello a misure restrittive anche contro chi "aiuta Putin a produrre droni e a trarre profitto dal petrolio".