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Tagli maschili, diamanti e pellicce vegane Così cambia il lusso

Dai raffinati luccichii di Scervino ai femminili oversize di Biani

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I diamanti, si sa, sono i migliori amici tanto delle ragazze quanto delle ottuagenarie. Per questo Ermanno Scervino li butta a manciate sui suoi meravigliosi completi sartoriali dal taglio maschile, sulle maglie fatte a mano e perfino su alcuni capi da uomo di questa bella sfilata co-ed. Il risultato è particolarmente interessante perché in tutto questo luccichio non c'è tanto la banalità del glitter, quanto una ricerca molto raffinata sulle nuove frontiere del lusso. «È tutta una storia di materiali» puntualizza il designer fiorentino d'adozione facendoci toccare con mano la spettacolare morbidezza del principe di Galles con righe diamantate che passa dal tailleur pantalone al raffinatissimo parka doppiato nella versione vegana di una superba pelliccia bianca a pelo lungo.

«L'abbiamo fatto fare da un vero pellicciaio spiega Scervino e nel caso dei cappotti in finto visone con stampa leopardo abbiamo anche chiesto una doppiatura di pelle intarsiata». Dunque il problema non è tanto l'attenzione agli animali che comunque in casa Scervino l'han sempre fatta da padroni, quanto un modo più attento e consapevole di fare lusso al giorno d'oggi. È un problema che riguarda da vicino anche Ferragamo e che i direttori creativi Paul Andrew per la donna e Guillaume Meilland per l'uomo hanno risolto usando la seta dei foulard di cui era una grande specialista Fulvia Ferragamo, il cashmere dei plaid e un nuovo tipo di tessuto diagonale con la celebre stampa gancino all over oltre alla perle di cervo che è un grande classico della maison. «È morbida e duttile come la seta» spiega Andrew che dalla prossima stagione sarà l'unico direttore creativo della maison mostrando gli incredibili pigiami da uomo e da donna in cervo. Tutto un altro film ma il più bel film che si possa immaginare da Alberto Biani che dice una gran verità: «La donna che si veste da me deve essere intelligente». In effetti una scema patentata non penserebbe mai di poter sedurre nessuno con un raffinato cappotto oversize in tessuto spinato lavato e rilavato fino a diventare una carezza. Invece si può e si deve come dimostra l'indimenticabile Charlotte Rampling del film Portiere di notte. Per altro si dovrebbe sempre fare e indossare solo quello che sentiamo davvero nostro anche a costo di non essere alla moda. Lo fa con grande coraggio anche Paul Andrews disegnando Cavalli con il suo impeccabile gusto sartoriale e cercando di applicare allo stile bling bling tipico del brand un'intrinseca raffinatezza. Purtroppo la legge del marketing è come la bilancia su cui ci si pesa al mattino: impietosa.

Per cui non basta una bella stampa tigre digitalizzata per far esplodere di nuovo la Cavalli-mania, ci vuole un misto di selvaggeria, ostentazione, divertimento e volgarità. Non c'è niente di tutto questo sulla passerella di Philosophy, ma Lorenzo Serafini sa molto bene di cosa parliamo quando parliamo di sex appeal. La sua lucida e interessante rilettura degli anni '90 con gli abiti in sbieco dai tagli diagonali, le gambe sempre in vista e le giacche che sembrano scolpite più che tagliate, è una delle cose più sexy viste in questi giorni a Milano. Si torna al bon ton inteso come necessità da Luisa Spagnoli, storico brand del made in Italy che ha una clientela trasversale per gusti ed età. Stavolta la partita si gioca tra Inghilterra (il magnifico tailleur in tartan con tutte le variazioni sul tema compreso il doppio plissé) e Francia (lo stile di Silvie Vartan in casquette e miniabito fuxia: una furia bionda). Vince la Francia citata anche da Simonetta Ravizza nella sua delicata collezione dedicata a Chloè de Sevigny. Anche qui meno pellicce e più idee, una tendenza su cui ragionare. Da Elisabetta Franchi l'idea è mandare nello spazio Jacqueline Kennedy.

Tradotto in moda si chiama Courreges, però è molto carino.

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