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Taglio dei parlamentari, la Cassazione dà il via libera al referendum

Per i supremi giudici la richiesta "è conforme alla Costituzione" e le 71 firme raccolte sono regolari. Via libera al referendum costituzionale

Taglio dei parlamentari, la Cassazione dà il via libera al referendum

È arrivato il via libera della Cassazione al referendum sulla legge costituzionale relativa alla riduzione del numero dei parlamentari. L'ufficio centrale per i referendum della Suprema Corte ha infatti sancito che la richiesta recante "modifica degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari", sottoscritta da 71 senatori, "è conforme all'articolo 138 della Costituzione" e ha accertato la "legittimità del quesito" referendario proposto.

Le firme erano state depositate a inizio gennaio. La corsa verso la consultazione era stata bloccata da quattro senatori di Forza Italia vicini a Mara Carfagna che avevano deciso di ritirare la loro firma dall'iniziativa. Poi, in poche ore, erano spuntate le sottoscrizioni di sei leghisti e da alcuni parlamentari azzurri, vicini al Carroccio. E così la strada verso la Cassazione è stata spianata. Non senza polemiche però. "Quello sul taglio dei parlamentari è un referendum salva-poltrone - aveva denunciato la vice presidente della Camera, Mara Carfagna -. È un vero e proprio trucchetto, che ha come unico obiettivo quello di costringere gli italiani a eleggere nuovamente mille parlamentari, anziché seicento". "Non hanno resistito alla voglia di tenersi strette le poltrone e a quanto pare è arrivato 'l'aiutino' della Lega" nella raccolta delle firme per il referendum sulla riforma sul taglio dei parlamentari, avevano invece attaccato dal M5S.

Ad ogni modo le firme sono state raccolte e depositate in Cassazione che ha dato il via libera al referendum. La legge, che propone l'abbassamento del numero dei deputati da 650 a 400 e dei senatori da 315 a 200, era stata approvata in via definitiva a Montecitorio con una larghissima maggioranza (553 voti favorevoli). Nonostante questo un quinto dei senatori, come prevede la Costituzione, ha chiesto di sottoporre la riforma al vaglio popolare ottenendo l'adesione di 71 senatori della maggior parte dei partiti.

Grande soddisfazione per la pronuncia della Cassazione è stata espressa dalla Fondazione Luigi Einaudi, promotrice della raccolta firme tra i parlamentari. "Attendiamo che il governo proponga nel più breve tempo possibile la data del referendum, in modo da poter iniziare il vero confronto sui temi che il quesito referendario solleverà, che pone il modello di democrazia parlamentare di matrice liberale contrapposto all'idea di democrazia diretta di stampo populista a cui si sono ispirati i fautori di questa riforma", si legge in una nota diffusa dalla Fondazione.

Dopo il via libera della Cassazione, adesso passa tutto nelle mani del governo giallorosso che avrà due mesi per decidere in quale data convocare le urne.

I cittadini potrebbero quindi essere chiamati alle urne tra maggio e giugno.

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