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Taiwan, guerra dei jet per la visita di Pelosi. Biden-Xi, c'è il vertice

Oggi telefonata tra i leader. Cina e Usa pronti a far volare i caccia in caso di viaggio della speaker

Taiwan, guerra dei jet per la visita di Pelosi. Biden-Xi, c'è il vertice

Joe Biden probabilmente tutto si sarebbe aspettato, tranne che a creargli una potenziale crisi internazionale sarebbe stata la sua alleata più preziosa al Congresso. Prima ancora di essere confermato, o che se ne conoscano le date, il previsto viaggio di Nancy Pelosi a Taiwan è già un caso diplomatico, con la Cina che minaccia «conseguenze» e il Pentagono che mette a punto un «anello di protezione» da impiegare attorno all'aereo che porterà Pelosi sull'isola, per fronteggiare eventuali «provocazioni».

Che la cosa sia seria lo si era capito nei giorni scorsi. La Casa Bianca aveva evitato commenti ufficiali, ma lo stesso Biden, parlando a braccio con i giornalisti, si era lasciato scappare che i militari ritengono che la visita di Pelosi a Taiwan «non sia una buona idea in questo momento». Abbastanza per far scattare i retroscena.

Uno dei più indicativi della tensione che cova dietro le quinte lo ha riferito la Cnn, rivelando che funzionari della Sicurezza nazionale, starebbero tentando di convincere Pelosi a rinunciare. Difficile, vista la personalità della speaker e la sua passione per il centro del palcoscenico. Peraltro Pelosi, che avrebbe dovuto recarsi a Taiwan già in aprile, prima di essere colpita dal Covid, sarebbe la personalità politica Usa più importante a visitare l'isola dal 1997, quando a mettere piede sul territorio che Pechino considera proprio fu l'allora speaker della Camera, il repubblicano Newt Gingrich.

Biden, guarito dal Covid, nella sua prima apparizione pubblica nel Rose Garden della Casa Bianca ha evitato di raccogliere le domande dei giornalisti. Ma da Pechino il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Zhao Lijian, ribadiva il fastidio. «Se gli Stati Uniti insisteranno ad andare per la propria strada e a sfidare la Cina, ci saranno sicuramente risposte forti» e «tutte le eventuali conseguenze sarebbero responsabilità degli Usa», è stata la minaccia.

Tutto questo, mentre oggi è prevista una telefonata tra Biden e il presidente cinese Xi Jinping, la prima in quattro mesi. Al di là della retorica e del rifiuto cinese di schierarsi nettamente contro la Russia dopo l'invasione dell'Ucraina, a Washington apprezzano il fatto che Pechino non abbia finora fornito alcun aiuto militare a Mosca e, soprattutto, abbia congelato qualsiasi investimento in Russia. Un equilibrio che gli Usa vorrebbero preservare, soprattutto in un momento di particolare tensione politica per Xi, che si appresta a farsi eleggere per il terzo mandato alla guida del Paese - mai avvenuto prima - dal Congresso del Pcc.

Il leader cinese non può perdere la faccia nuovamente, dopo il successo politico del recente viaggio di Biden in Corea del Sud e Giappone e il rinnovato protagonismo Usa nel Pacifico. Probabile che se Pelosi insisterà coi suoi piani, Pechino faccia qualcosa. Ecco allora che il Pentagono, in vista di qualsiasi evenienza, sta allestendo un dispositivo che prevede un «aumento dei movimenti» delle forze e degli asset Usa nella regione. La sicurezza in volo e a terra della speaker della Camera verrebbe garantita da aerei da caccia, navi e sistemi di sorveglianza. Ben al di là del normale dispositivo messo in campo per i viaggi all'estero dei leader politici Usa.

Certo, è improbabile, se non impossibile, che i caccia cinesi che regolarmente volteggiano attorno a Taiwan, violandone ripetutamente lo spazio aereo, si spingano al punto di «molestare» l'aereo di Pelosi e della delegazione Usa, meno che mai abbatterlo. Eppure, per la questione è stato scomodato perfino il capo degli Stati maggiori riuniti, il generale Mark Milley. «Se c'è una decisione riguardante un viaggio della speaker Pelosi o di chiunque altro e viene richiesto il sostegno militare, faremo ciò che è necessario per garantire la sicurezza delle loro visite», ha detto il militare Usa più alto in grado.

La Cina è avvertita e sicuramente, anche se non verrà mai rivelato, della questione parleranno anche Biden e Xi nella loro telefonata.

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