
Tajani? "Come gli influencer prezzolati dalla propaganda israeliana". La frase, pronunciata dalla pentastellata Alessandra Maiorino, scuote l'Aula del Senato. Il bersaglio è il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che aveva da poco terminato la sua informativa a Palazzo Madama. Un attacco durissimo, forse senza precedenti, che per il centrodestra è oltre il limite della dialettica parlamentare. E infatti, in replica alla Camera, Tajani parla di "accuse false e non documentate", di "una vergogna inaccettabile" e difende il suo "onore di uomo, di cittadino italiano, parlamentare e ministro della Repubblica". Si perché la stilettata è più che velenosa. E, intorno a quell'aggettivo, "prezzolato", si dipana una giornata di botta e risposta tra i Cinque Stelle e la maggioranza. A infiammare gli animi dei post-grillini, ancora una volta, è la situazione di Gaza. Un tema su cui il Movimento vuole essere il capofila del campo largo, superando in radicalismo il Pd di Elly Schlein. Ed ecco che, dopo il primo intervento di Tajani, prende la parola Maiorino. La senatrice del M5s esonda in men che non si dica. Si rivolge al titolare della Farnesina e colpisce a testa bassa. "Ministro Tajani, lei è un ministro della Repubblica italiana e questo è il Senato della Repubblica Italiana. Perché è venuto a raccontarci favolette? Perché è venuto a raccontarci la propaganda Israeliana?", incalza con un tono che ricorda certe performance del grillismo delle origini. Poi molla il colpo che scatena la bagarre: "Lei si comporta come gli influencer prezzolati dalla propaganda israeliana". E Tajani è costretto a rispondere con decisione alla provocazione. "Prezzolato, in lingua italiana, significa essere corrotto da uno Stato estero per compiere atti contrari al mio dovere di ministro. Indicare al pubblico ludibrio il ministro degli Esteri con accuse false e non documentate è una vergogna inaccettabile e mi auguro che il Movimento 5 Stelle, attraverso il suo leader, prenda le distanze da questa infamante affermazione", ribatte nell'Aula di Montecitorio con veemenza, alzando i decibel della voce. "Al mio onore e alla mia dignità ci tengo - si difende Tajani - e nessuno può permettersi di calpestarla".
Conte, fino a sera, tace. Maiorino, dal canto suo, non arretra e non si rimangia le accuse. "Tajani, se conoscesse l'italiano, capirebbe che io ho detto che lui si comporta come gli influencer prezzolati da Israele, non che lui sia pagato da Israele. Infatti, so benissimo che lui gli interessi di Israele li fa gratis". Di provocazione in provocazione, c'è il capogruppo alla Camera Riccardo Ricciardi: "Ci spiace ministro che si sia scaldato ma noi la riteniamo complice di un governo genocida". "Nessuno da questi banchi mette in discussione la sua onesta", corregge il tiro la dem Chiara Braga, che poi accusa il governo di "balbettio". Fa quadrato intorno a Tajani il centrodestra. I capigruppo di FdI Galeazzo Bignami e Lucio Malan parlano di accuse "infamanti". Per il presidente dei deputati FI Paolo Barelli le parole di Maiorino sono "indegne e vergognose". "Lei si assumerà la responsabilità di quello che ha detto in Aula nel caso in cui il ministro Tajani vorrà adire le vie legali", dice, a Maiorino, la vicepresidente del Senato Licia Ronzulli.
Per la Lega è "vergognoso" l'uso della parola influencer dopo l'assassinio di Charlie Kirk. La senatrice del M5s, comunque, non riceverà sanzioni disciplinari, ma arriva la condanna politica di Ignazio La Russa: "Mai più un linguaggio inaccettabile nell'Aula del Senato".