A fare le veci del leader Silvio Berlusconi, costretto suo malgrado in un letto del San Raffaele, è il suo vice Antonio Tajani che, davanti agli eurocandidati a villa Gernetto, suona la carica. Lo fa con un discorso che, dice, «il nostro presidente avrebbe fatto meglio». Il tasto su cui avrebbe premuto l'ex premier e su cui preme Tajani è l'orgoglio azzurro. Gli ultimi dati delle amministrative in Sicilia lo dimostrano: «Senza Forza Italia il centrodestra non vince», grida quasi al microfono. Messaggio a Salvini che ha scelto la spericolata alleanza con i 5 stelle. Ma il suo non è un «Torna a casa, Lassie»; non è un implorazione all'alleato che oggi mostra i muscoli. È, semmai, la constatazione che il Paese in mano ai gialloverdi va alla deriva. Tajani lo dice chiaro: «Se la Lega vota i provvedimenti del M5s è corresponsabile del disastro». Applausi in sala. Vero è, però, che la reprimenda arriva proprio nel giorno in cui i dati economici parlano di un segno più, seppur striminzito. Il presidente dell'Europarlamento spiega che non bisogna farsi incantare: «I mesi di marzo hanno sempre fatto registrare un incremento. E lo 0,2% è francamente ridicolo», è lo scudiscio dell'azzurro.
Non fa sconti alla maggioranza: «Hanno mortificato un Paese intero è il suo j'accuse Il governo è fermo e non si parla d'altro del futuro di un sottosegretario». Riferimento all'affaire Siri sul quale Tajani non entra nel merito. È una questione di metodo: «E i problemi veri degli italiani?», si domanda. Già, perché (altra bordata al Carroccio): «Non avevano detto che avrebbero pagato i debiti della pubblica amministrazione? Si tratta di 50 miliardi che avrebbero fatto ripartire l'economia e invece Nulla». Come nel «nulla» sta andando la questione dell'autonomia: «Noi siamo i veri federalisti», suona la carica. «E noi siamo i veri ambientalisti», giura il numero due di Fi che tira in ballo la Tav. «Con la Torino Lione ci sarebbe una drastica riduzione di CO2. Ma i 5 Stelle non la vogliono fare perché altrimenti perdono i voti di qualche no global che, tanto, già non li vota più». E ancora: «Non stiamo mica parlando della Roma-Fiumicino; ma di un'opera che ha un interesse strategico fondamentale per non perdere il treno dello sviluppo». Il problema è che a questo governo «non interessa lo sviluppo né la crescita economica». E smaschera il disegno di Di Maio: «Ha soltanto in mente la patrimoniale e nuove tasse sulla casa». Insomma, un disastro che la Lega non ha intenzione di fermare per questioni di potere. Lo dice chiaro: «Manca una visione complessiva su tutto, stanno insieme solo per la spartizione del potere. Sono disomogenei e pericolosi». Però: «Più forte sarà Forza Italia, più questo governo avrà vita breve».
Fin qui la pars denstruens. Ma Fi può e deve reagire. E qui Tajani dà la carica: «Berlusconi è l'unico leader che guarda all'Europa con un progetto e con un'idea. Lui sarà il più esperto parlamentare europeo, il più esperto leader». E qui l'applauso della sala si fa particolarmente affettuoso. «Bisogna restituirgli con il voto popolare dice ciò che il Palazzo, con una manovra che grida vendetta, gli ha tolto». Riferimento alla cacciata dal Senato con l'interpretazione bislacca della legge Severino. Il discorso di Tajani è tutto giocato sulla fierezza di essere moderati, liberali, europeisti anche se «questa Europa delle burocrazie, dei lacci e lacciuoli, va cambiata nel profondo». Tuttavia si può fare solo con le alleanze.
Tajani indica la strategia del Cavaliere: «Mi auguro che le forze di destra abbandonino le posizioni estremiste per creare un'Europa dei popoli che creda nella propria identità». Altro messaggio al Carroccio: «E mi auguro che lentamente alcune forze che si dicono sovraniste si avvicinino di più allo schieramento conservatore».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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