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Tasse dal 21 al 26% solo per chi affitta più appartamenti Pannolini, cresce l'Iva

Riviste le imposte sulle locazioni brevi dopo il pressing di Fi. Confedilizia: la nostra contrarietà rimane. Confindustria: ok la finanziaria ma solo l'8% è dedicato agli interventi sulle imprese

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Nell'ultima stesura, la manovra finanziaria si è gonfiata fino a 109 articoli, dagli 89 delle precedenti versioni, ma non è detto che non subirà altre modifiche prima di ricevere il «bollino verde» dell'ufficialità. Superato l'incaglio sulle pensioni con una soluzione di compromesso che non scassa i conti della previdenza e rimette in campo quella quota 103 cara a Matteo Salvini, resta forse ancora da sciogliere il nodo legato alla cedolare sugli affitti brevi, nonostante l'intervento di alleggerimento inserito nella quarta bozza del provvedimento. Dove si precisa che l'aliquota salirà dal 21 al 26% solo nel caso in cui si affitti per periodi inferiori a 30 giorni più di un appartamento. Una correzione indotta dall'opposizione manifestata da Forza Italia nei confronti di una norma che nella versione precedente estendeva il giro di vite fiscale anche alle singole locazioni.

In linea teorica, la revisione dovrebbe aver chiuso la partita senza che FI manifesti il proprio dissenso con la temuta presentazione di alcuni emendamenti che ritarderebbero l'iter parlamentare della manovra, peraltro già sotto il microscopio dell'Unione europea, dei mercati e delle agenzie di rating. Dopo le parole acuminate pronunciate venerdì scorso dal vicepresidente della Camera e deputato di spicco degli azzurri, Giorgio Mulé, e dal portavoce del partito Raffaele Nevi, FI ha scelto ieri la linea del silenzio. È vero che chi tace acconsente, ma è altrettanto vero che Confedilizia non è parsa per nulla soddisfatta. «La nostra contrarietà - ha affermato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa -, e auspichiamo anche quella di Forza Italia, rimane netta. Riteniamo che fare distinzioni di questo tipo sia sbagliato concettualmente, oltre che inefficace» e che la norma finirà per far salire i prezzi e incoraggerà il sommerso.

Nelle pieghe della nuova bozza, compare inoltre un inasprimento delle imposte per i pannolini e i seggiolini auto per i bimbi, la cui aliquota torna al 22% dopo aver beneficiato di una percentuale agevolata al 5%; assorbenti femminili e latte in polvere passano invece a un'Iva al 10%, dal precedente 5%. Nei capitoli di spesa rientrano i fondi resi disponibili (280 milioni di euro per ogni anno fino al 2026) per affrontare il problema della carenza di personale nelle strutture sanitarie e delle liste di attesa; altri 800 milioni sono stanziati per il biennio 2024-25 per il rifinanziamento del Fondo per la prosecuzione delle opere pubbliche; 80 milioni (spalmati su quattro anni, a partire dal prossimo) contribuiranno alla realizzazione del nuovo Campus dell'Università degli studi di Milano nell'ex sito dell'Expo.

Se Confedilizia storce il naso, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi giudica la manovra «ragionevole» anche se «solo l'8%» è dedicato alle imprese in un momento delicato. Il Centro studi confindustriale avverte infatti che «l'economia italiana sta di nuovo scivolando verso i modesti ritmi di crescita che l'avevano contraddistinta nei decenni precedenti». Mentre crollano gli investimenti causa i rialzi dei tassi, tengono solo consumi e occupazione, seppur in frenata.

Il risultato è un Pil che crescerà «di appena lo 0,7% nel 2023»; l'anno prossimo andrà peggio: un +0,5% dal +1,2% stimato in marzo.

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