"L’Europa oggi deve preoccuparsi di dare una mano a chi vuole ripartire e non essere soltanto la maestrina con la matita rossa e blu che dice cosa va bene e cosa no". Ai microfoni del Tg5, Matteo Renzi conferma la promessa di tagliare 50 miliardi di tasse in cinque anni e replica all'ammonimento dell'Unione europea a rispettare i parametri. "Noi - assicura il premier - inizieremo ad abbattere il costo del debito pubblico e manteniamo il 3% tra deficit e pil". E sulle risorse da trovare per coprire il piano fiscale spiega che. "se si fa la spending review, si eliminano gli sprechi della pubblica amministrazione e si fanno le riforme", il goevrno riuscirà a "buttare giù le tasse".
Nessuna marcia indietro. Anche se non sa dove trovare le coperture economiche, Renzi continua a sbandierare la promessa di tagliare la pressione fiscale. "Io rispondo alle esigenze degli italiani, non ai Fassina, ai D’Alema e Bersani, non alla minoranza Pd - spiega al Tg5 - è il momento una volta per tutte di buttar giù le tasse, una questione di serietà". E alla minoranza piddì replica duramente: "Piaccia o non piaccia abbiamo preso un impegno con gli italiani e lo manterremo". Per il governo, però, sarà un'impresa davvero ardua. Anche perché, come dimostrano i calcoli della Cgia di Mestre, per evitare che scattino le clausole di salvaguardia, entro la fine del 2018 il Governo dovrà recuperare 75,4 miliardi di euro in quasi quattro anni, altrimenti famiglie e imprese subiranno un aggravio fiscale di pari importo. E la prima scadenza cade già il prossimo 30 settembre. Se entro quella data Renzi non fosse in grado di reperire 1,4 miliardi di euro, dal giorno successivo scatterebbe l'ennesimo aumento delle accise sui carburanti, oltre a un deciso incremento degli acconti Irpef e Ires in capo alle aziende.
Niente a che vedere con l'impegno che dovrà essere affrontato con la prossima legge di stabilità. Entro la fine di quest'anno, infatti, Renzi sarà costretto a reperire ulteriori 16 miliardi di euro. Diversamente, dal primo gennaio 2016 scatterà un nuovo ritocco dell'Iva e un aumento della tassazione, attraverso l'elevazione di aliquote o la riduzione di detrazioni e deduzioni fiscali. In questa maniera, l'ammontare degli inasprimenti fiscali rispetto al 2014 arriverebbe a 17,4 miliardi di euro.
Ma la necessità di reperire nuove risorse è destinata a crescere: nel 2016 si arriverà a toccare la cifra di 26,8 miliardi e nel 2017 si sfioreranno i 30 miliardi. A regime, quindi, il taglio della spesa rispetto al 2014 si dovrebbe attestare attorno ai 30 miliardi di euro, importo necessario per evitare un corrispondente aumento delle tasse.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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