U n taglio all'Ires, uno sconto sul canone Rai e niente digital tax . Non vi basta? Dall'anno prossimo eliminiamo per sempre la Tasi e l'Imu sulle prime case e, soprattutto, nel 2015 il nostro Pil crescerà dell'1% e potremo sperare in un futuro migliore. Che cosa volete di più? La mountain bike, lo stereo o il robot da cucina? No, questa offerta speciale prevede che la Finanza non stia più ad aspettarvi fuori dai negozi quando fate shopping!
No, non è la solita telepromozione di Vanna Marchi o di Roberto da Crema, ma la sintesi di quanto dichiarato ieri dal premier Matteo Renzi a In mezz'ora . «Il Def dice che per la prima volta si tagliano le tasse in Italia. Si sono tagliate nel 2015 con l'Irap che è stata abbassata. Si tagliano nel 2016: gli italiani non pagheranno più la prima casa, si chiamano Imu e Tasi», ha ribadito il presidente del Consiglio annunciando che «il prossimo anno ci sarà anche un intervento di riduzione dell'Ires: d'accordo con Padoan, credo che riusciremo ad anticiparla in parte nel 2016».
Il proposito è buono. Gli effetti, però, potrebbero essere meno incisivi di quanto propagandato. Secondo la Cgia di Mestre, infatti, dal taglio Ires sarebbero interessate solo il 12% delle imprese italiane. Ogni punto di riduzione dell'aliquota Ires - attualmente al 27,5% - consentirebbe alle società di capitali e ai grandi gruppi di pagare complessivamente 1,2 miliardi di euro in meno di tasse sugli utili ogni anno. La precisazione non è superflua in quanto se si proseguisse sulla strada di riduzione dell'Irap, «il taglio di un punto di questa imposta costerebbe allo Stato quasi 4 miliardi, ma interesserebbe tutte le imprese, anche quelle più piccole». Renzi, però, è ambizioso e ieri ha promesso che nel 2017 il carico cumulato di Ires e Irap, che attualmente è al 31,4% degli utili, sarà «inferiore al 25%» che è il dato della Spagna, Paese Ue con il minor carico.
Le offerte speciali, però, non finiscono qui. La digital tax per tassare i profitti conseguiti in Italia dalle multinazionali Internet come Amazon e Google in Italia non si farà nel 2016. «O la fa l'Europa l'anno prossimo o la faremo noi nel 2017, ma non possiamo farla percepire come una tassa sull'innovazione», ha argomentato. «Il canone Rai dal prossimo anno sarà ridotto, passerà da 113 euro a 100 euro», ha aggiunto il premier. «Lo devono pagare tutti: credo che lo strumento scelto sarà la bolletta. Chi è onesto paga meno, è finito il tempo dei furbi», ha proseguito. Al di là del nuovo onere della riscossione attribuito alle utility, l'Italia, assieme ad altri Paesi Ue, si distinguerà per aver reso le utenze elettriche uno strumento per tassare, mentre in Usa sono un'attestato per accedere a vari servizi.
D'altronde, e Renzi lo ha spiegato bene, «prendere i finanzieri e far fare loro la posta fuori dei negozi di lusso, come a Cortina, è un meccanismo sbagliato perché fa pensare a uno stato di polizia, basta incrociare i dati». Anche l'analisi delle banche dati, però, non è meno poliziesca dei controlli a tappeto della Gdf. Analogamente poliziesco è l'ottimismo sull'esito della procedura forzata di rimpatrio dei capitali con la voluntary disclosure (chi non aderirà entro fine anno rischierà la galera con il nuovo reato di autoriciclaggio, ndr ). «Nella legge di Stabilità metteremo poco: 2-2,5 miliardi. Ma sono convinto che dalla Svizzera arriveranno circa 5 miliardi», ha sentenziato.
Il «MatteoMarket», però, è già oltre. «La stima di crescita del Pil è stata rivista al rialzo ma «secondo me arriverà all'1%», ha anticipato per tranquillizzare le famiglie sull'andamento dell'economia. La riforma più importante, secondo Renzi, «è restituire fiducia agli italiani perché dal 2012 al 2014 hanno messo nelle banche 350 miliardi di euro: una cifra enorme, che è quanto ci costa la paura». E chi ha paura non compra al «MatteoMarket».
di Gian Maria De Francesco
Roma
Il premier ha annunciato che nel 2017 il carico cumulato di Irap e Ires scenderà dal 31,4% al 25%
Renzi ha promesso che dal 2016 il canone Rai scenderà da 113 a 100 euro e sarà in bolletta
Alla faccia di tutte le previsioni il premier ha annunciato per fine 2015 un Pil in crescita all'1%
È la cifra indicata in legge di Stabilità per la voluntary disclosure, ma il governo punta ai 5 miliardi
La cifra che, secondo il premier, gli italiani hanno risparmiato tra il 2012 e il 2014
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