Tempi allungati dalle richieste di Pd, M5s e Calenda. Testo in Aula domani

Il sottosegretario Freni: "Abbiamo iniziato tardi per le elezioni e ci sono procedure che non si possono comprimere". In Senato tra il 27 e il 29 dicembre L'esercizio provvisorio non è un'ipotesi contemplata

Tempi allungati dalle richieste di Pd, M5s e Calenda. Testo in Aula domani

La (consueta) corsa contro il tempo che da sempre accompagna ogni legge di bilancio si ripete anche questa volta. Dopo undici ore di seduta notturna in commissione Bilancio della Camera - una maratona che ha visto il presidente Giuseppe Mangialavori prodigarsi per sostentare i commissari con diversi break a base di banane, mandarini e panini - non è stato approvata alcuna richiesta di modifica, ma sono stati depositati circa 30 emendamenti dei relatori e sono arrivati anche i pacchetti dei gruppi riformulati. Tra questi il nuovo bonus cultura, destinato ai diciottenni con Isee sotto i 35mila euro. Un nucleo ristretto e qualificato di modifiche su cui si concentrerà il lavoro del Parlamento.

«Ciascun gruppo ha ricevuto dal Mef le risposte sui propri emendamenti», spiega Roberta Pella, uno dei relatori. «Quando si parte, si parte a tambur battente. Rispetto ai giorni precedenti, finalmente c'è stato un confronto concreto fra gruppi, relatori e governo, e ci sono finalmente le risposte dal Mef. Su queste basi si può partire per arrivare in Aula nei prossimi giorni e chiudere venerdì o sabato mattina». Secondo Pella, «finalmente c'è un buon clima e va riconosciuto anche all'opposizione che ha collaborato».

L'allungamento dei tempi, a questo punto, fa slittare l'approdo della manovra nell'Aula di Montecitorio a domani mattina, con le votazioni che inizieranno non prima delle 11. Il voto di fiducia è previsto alle ore 11 circa di venerdì 23 dicembre. L'esame al Senato rimane ipotizzato tra il 27 e il 29 dicembre.

«Non si è mai iniziata la legge di bilancio così tardi e ci sono dei tempi tecnici che non si possono comprimere», spiega il sottosegretario all'Economia Federico Freni, in queste ore «si stanno chiudendo i pacchetti di emendamenti del Parlamento». Nelle ultime ore la manovra si è incagliata per le trattative fra il governo e i gruppi, di maggioranza e opposizione. Non è quindi esclusa la richiesta di una seduta notturna in Aula a Montecitorio fra giovedì e venerdì, con l'approvazione finale con voto di fiducia in modo da disinnescare la tentazione dell'ostruzionismo.

Il clima è infuocato a livello verbale, ma l'impressione è che si lavori per accogliere alcune proposte qualificanti delle opposizioni, anche se Azione, dopo aver fatto intravedere la volontà di una collaborazione sul merito, con Carlo Calenda annuncia che non parteciperà più ai lavori della Commissione. Un focolaio polemico si accende, invece, per un emendamento della maggioranza che prevedeva l'estinzione dei reati di omessa dichiarazione, falsa dichiarazione, omesso versamento, con Pd e M5S sulle barricate. Era stato il viceministro Francesco Paolo Sisto a parlare della possibilità che nella pace fiscale venisse inserita anche la previsione per cui chi salda il conto con il fisco possa vedere estinti i «reati formali» come l'omessa dichiarazione. Il tutto pagando una sanzione e senza la possibilità di includere le frodi. In sostanza un modo per fare cassa e reperire fondi. Alla fine per non rischiare di allungare i tempi la maggioranza ha scelto di depennare questa proposta. L'annuncio arriva da Debora Serracchiani e dallo stesso Pella: «Non ci sarà alcun emendamento relativo allo scudo penale per i reati tributari». La manovra che sta prendendo forma incontra il favore di Silvio Berlusconi che parlando con i suoi commenta: «Il governo ha dovuto affrontare una situazione molto difficile per colpa dello scenario internazionale e degli aumenti dell'energia e delle materie prime. Di conseguenza è rimasto poco per le riforme strutturali che ritengo necessarie. Nonostante questo, alcuni risultati concreti li abbiamo ottenuti e in altre materie, come la giustizia, si sta lavorando nella giusta direzione». È davvero importante, continua il presidente di Forza Italia, «il primo aumento alle pensioni minime a 600 euro per gli ultra-settantacinquenni e la decontribuzione fino a 8000 euro per i nuovi assunti.

Si tratta di proposte di Forza Italia che nel corso della legislatura dovranno trovare piena attuazione. Molto importante è anche aver ottenuto la proroga al 31 dicembre del termine per la presentazione delle Cilas per il Supebonus al 110%».

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