Tempo di astronauti. La vita quotidiana dei viaggi interstellari

Cozzi racconta come le avventure spaziali cambiano la nostra realtà

Tempo di astronauti. La vita quotidiana dei viaggi interstellari
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"Mobilità anno zero", l'appuntamento de Il Giornale alla Fondazione Feltrinelli di Milano, ha focalizzato l'attenzione sul modo in cui le grandi aree urbane vivono una fase di riorganizzazione e trasformazione, che necessariamente guarda anche allo spazio, come hanno spiegato Vittorio Macioce ed Emilio Cozzi, giornalista e scrittore esperto di spazio, in libreria da oggi con il volume Camminare tra le stelle, edito da Feltrinelli e scritto con l'astronauta Luca Parmitano. "Ci possono volere 5 miliardi di anni, ma quando muore il sole noi ci estinguiamo", ha spiegato Cozzi, sottolineando che l'uomo è sulla Terra da 200mila anni e "non siamo ancora riusciti ad andare nel nostro giardino cosmico. Perché, in termini astronomici, Marte è il giardino di casa". Ma il futuro immaginato negli anni 70 e 80 dai migliori sceneggiatori e scrittori di fantascienza non è quello che viviamo oggi. "Quando noi eravamo bambini c'era un cartone animato che si chiamava The Jetsons", ha ricordato Macioce, che era "l'immagine del futuro che avevano i bambini prima che arrivassero i nostri eroi, cioè Goldrake e Capitan Harlock", un futuro "normale con taxi volanti, auto volanti, intelligenza artificiale".

Quel futuro oggi, ha proseguito Cozzi, "è molto lontano" ma "presto sarà ordinario pensare a scienziati che trascorrono buona parte dell'anno in orbita a lavorare ad esperimenti che oggi sono ad appannaggio degli astronauti". Per il giornalista questa è una previsione a breve termine, massimo 10 anni, entro i quali "torneremo a vedere qualcuno sulla Luna, perché c'è una corsa e anche l'Europa sta dicendo la sua". Anzi, ha proseguito, lo spazio "dal 2019, è un dominio della Nato, insieme a terra, cielo, mare, cyber". Il futuro, di oggi e di domani, non esisterebbe senza spazio, basti pensare al Gps, che è "una costellazione satellitare, peraltro di origine militare". Una volta, ha continuato, "avrei usato lo stradario e sarei arrivato lo stesso. Ma oggi anche il traffico marittimo e aereo dipendono dal Gps".

Ecco perché, è il ragionamento di Cozzi, investire nello spazio è fondamentale. Il Gps è solo un esempio, oggi le diagnosi precoci di tumore al seno sono possibili grazie a un problema che ebbe Hubble, telescopio spaziale in orbita, che ha permesso di sviluppare un software per rendere più nitide le immagini. E anche la Luna, al pari di Marte, è importante, anche se, "nel 1969, la Luna ha smesso di essere romantica. Cioè l'uomo, nel momento in cui ci ha messo piede, l'ha persa in qualche modo. Io sono molto legato alla luna di Astolfo, quella dove gli umani, trovavano tutte le cose perdute sulla Terra, compreso il senno", ha raccontato Macioce. Però abbiamo smesso di andarci perché, ha proseguito Cozzi, "era l'obiettivo dei due blocchi, Unione Sovietica e Stati Uniti. Hanno vinto gli Stati Uniti", quindi "l'obiettivo era stato raggiunto, andare sulla Luna costava un sacco di soldi ed era cominciata anche la guerra del Vietnam". Oggi potremmo tornarci, perché "c'è un'altra guerra, un'altra lotta strategica per il prestigio".

E su Marte? La speranza di Cozzi è che "ci arriveremo prima dei trent'anni ma è improbabile, anche se tutto dipende cosa intendiamo, perché oggi dei robot su Marte ci sono già e cercano un segnale di vita evidentemente passata sul pianeta rosso".

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