Roma Giorgia Meloni prepara la fase due di Fratelli di Italia. E due saranno le mosse con cui la leader proverà a dare una sterzata al partito, fondato nel 2012 per occupare lo spazio politico nella destra italiana: smarcamento dalla Lega Nord di Matteo Salvini e maggior coinvolgimento degli amministratori locali. A partire dalle ore 10 di oggi si ritroveranno a Trieste, città simbolo dell'Unità di Italia, 4mila patrioti per riconfermare la fiducia alla leader.
E al nuovo corso di Fratelli di Italia. La vigilia del raduno dei meloniani è segnata dal primo strappo ufficiale con Salvini. La Meloni - in un'intervista al Fatto Quotidiano - non nasconde l'irritazione per il passaggio nel Carroccio di Gianni Alemanno e Francesco Storace: due esponenti della destra capitolina da tempo in rotta di collisione con il capo politico di Fdi: «Prendo atto con serenità. Da noi sarebbe stato di certo più difficile avere garanzie che altrove mi par di capire sono state prestate. Chi si è reso responsabile di disastri elettorali, e mi fermo a quelli, dovrebbe avere misura nel richiedere una prorogatio per il suo fondo schiena». Irritazione che contiene un avvertimento: se Salvini continua a tirare la corda, la Meloni è pronta a rompere l'alleanza e correre da sola. Uno scenario, che non è campato in aria, confermato nelle parole rilasciate al Fatto: «Non c'è giorno che non ci pensi». Se il cuore spinge per la rottura, c'è la ragione ma soprattutto la prospettiva di una sfida di governo con il centrodestra unito, che vola nei sondaggi, a frenare la tentazione di una corsa solitaria: «Tutti quanti stanno facendo il loro gioco cercando ovviamente di valorizzare le loro specificità e le loro differenze: è il risultato di aver voluto una legge elettorale sostanzialmente proporzionale, sistema nel quale contano i voti che prende il partito. È quindi normale che ognuno tenderà a far parlare di sé anche a discapito della coalizione. Non è quello che sta facendo Fratelli d'Italia perché noi vogliamo cercare soprattutto di vincere le elezioni» ha commentato ieri la leader di Fdi intervenendo a L'Aria che Tira su La7. Un altro deterrente è la legge elettorale: se Meloni si smarca, il partito ne uscirebbe con le ossa rotta nei collegi uninominali, ma recupererebbe consensi nella battaglia al proporzionale. L'idea di sfilarsi dalla coalizione esiste, ma per ora viene accantonata.
A Trieste, il secondo tempo di Fratelli di Italia comincerà con due certezze. Aprire il partito alle esperienze locali partendo da movimenti che gravitano nell'orbita della destra: dal neopresidente della Regione Sicilia Nello Musumeci a Raffaele Fitto. Non è un caso che la scena di Trieste sia riservata innanzitutto agli amministratori locali.
La seconda mossa punterà a rafforzare la presenza sul web in vista di una campagna elettorale che si sposterà dalla tv ai social. Domani alle 12, Giorgia Meloni chiuderà il congresso. Indicando la «nuova» rotta del partito.
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