La tentazione del Cavaliere: sparigliare e correre da solo

Stanco dello scontro interno Berlusconi studia un piano B per rilanciare il partito Un colonnello azzurro: potrebbe presentarsi con «Forza Silvio». Il monito a Salvini

Correre da solo, pesarsi, puntare sull'orgoglio azzurro e se si perde beh... Poco male: sarà l'occasione per azzerare tutto e ripartire; alla ricerca di un ennesimo miracolo stile '94 con facce nuove e nuova linfa. Se non è proprio un piano B poco ci manca. Per ora è un miraggio, una tentazione. Qualcuno dice che, sotto sotto, sia questo a cui sta pensando l'ex premier. Il quale, stufo delle pressioni continue in arrivo dagli ufficiali forzisti sul territorio, vorrebbe rottamare tutti. Uomini e persino simbolo: «E se alla fine, alle Regionali, Berlusconi si presentasse con qualcosa di nuovo tipo “Forza Silvio” mettendo in soffitta tutti i caporali che scalciano per entrare in lista e mandando al diavolo tutti gli alleati, da Salvini ad Alfano?». Obiezione: «Ma così sarebbe una débâcle ...». Risposta: «Appunto. Quale migliore occasione per azzerare tutto e ripartire con rinnovato slancio?». Parla un colonnello forzista, che chiede l'anonimato, presente alla convention organizzata all'hotel Ergife di Roma. Una kermesse di successo, va detto: sala stracolma, bandiere al vento, tutti i big di partito presenti. Non manca nessuno; solo il capo non c'è: ufficialmente costretto ad Arcore da una fastidiosa influenza. Berlusconi avrebbe adorato un bagno di folla; ma detestato l'assalto dei cronisti, tutti a chiedergli conto delle beghe interne e dello stato dell'arte delle alleanze in vista delle Regionali. Ecco perché, alla fine, l'influenza è benedetta. L'ex premier interviene al telefono e quel che dice tra le righe è più chiaro delle righe stesse. Non nomina mai né Renzi né Salvini, Berlusconi; ma proprio a loro manda messaggi chiari. Al primo non fa sconti: «Dopo tre governi non eletti dal popolo ora ci troviamo di fronte ad una non democrazia, che ci sottopone a una oppressione fiscale, giudiziaria e burocratica. Situazione che fa dire al 51% degli italiani che preferirebbe cambiare Paese». Al secondo neppure, confermando la tesi di una possibile corsa in solitaria: «Noi rappresentiamo quella maggioranza di buonsenso e tranquilla, ma coraggiosa. Non siamo portatori né di estremismi né di disfattismi. Siamo diversi dai partiti che fanno della protesta e dello sfascio la loro bandiera». Tradotto: non siamo mica come la Lega di Salvini. Dicono che il Cavaliere si sia un po' stufato di rincorrere il Matteo verde col quale «diciamo la verità, i due si prendono proprio poco...» ammette un big forzista. Tuttavia, anche in questo caso, Berlusconi è pressato dai colonnelli che lo spingono a siglare il patto col Carroccio: «Altrimenti addio Veneto e Campania».

Per non parlare del caos in Puglia dove il candidato ufficiale, Schittulli, minaccia il ritiro qualora contro di lui scenda in campo Fitto. E in una nota Schittulli accusa: «Mi si dica subito se c'è qualcuno che gioca a perdere. Ed è indispensabile che nelle liste di Forza Italia ci siano i candidati e i protagonisti vicini a Raffaele Fitto». Il partito scalpita e Giovanni Toti si toglie qualche sassolino dalla scarpa in riferimento ai recenti j'accuse di Paolo Romani: «Sto assistendo a un dibattito surreale.

Circa un anno e mezzo fa Berlusconi ha chiesto ai dirigenti azzurri di aprire le porte al nuovo e sono cominciate le barricate. Oggi amministratori e dirigenti che per vent'anni hanno fatto da tappo si ergono a paladini del cambiamento». Intanto in sala sventolano le bandiere azzurre e il pubblico acclama «Sil-vio, Sil-vio».

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