La tentazione di Grillo: un partito con Casaleggio

Il garante guarda al figlio del guru per un nuovo Movimento. E parte la fronda tra i parlamentari

La tentazione di Grillo: un partito con Casaleggio
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Alla fine, il più lucido è proprio Danilo Toninelli. L'ex ministro, personaggio sicuramente naif, stavolta la imbrocca giusta. «Purtroppo, viste le premesse attuali, temo che arriveremo a una rottura definitiva, una rottura che, temo, sia ormai inevitabile», riflette Toninelli, intervistato da Radio Cusano Campus. L'ennesima crisi tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte ha due esiti probabili: una controversia legale oppure una scissione. È questo il bivio davanti al fondatore dei Cinque Stelle. Il comico è isolato come mai prima d'ora e guarda già oltre l'assemblea costituente, iniziata ieri tra le polemiche. Grillo schizza da una villa all'altra, tra poche telefonate e molti pensieri. Per la prima volta, complice la rabbia per gli sgarbi di Conte, è accarezzato dalla tentazione di creare un Movimento 2.0. Ma a chi potrebbe guardare il garante del M5s? Non tanto a Virginia Raggi e Alessandro Di Battista. Il comico potrebbe rifondare il grillismo con Davide Casaleggio, l'erede del cofondatore Gianroberto. Secondo diverse fonti che hanno dimestichezza con le faccende interne ai pentastellati, non sarebbero un caso le frequenti citazioni di Casaleggio senior da parte di Grillo, né gli interventi del figlio del guru, spesso a «rimorchio» delle polemiche del garante. È accaduto a giugno scorso, dopo la «tirata» del fondatore contro i «pifferai» dei due mandati. Con Casaleggio che subito ci ha messo il carico da novanta.

«Il M5s sta morendo perché il nuovo modello organizzativo centralizzato ha fatto venire meno la partecipazione dal basso», ha detto qualche giorno dopo. E ancora, in seguito al botta e risposta tra Grillo e Conte del 27 luglio scorso. «Conte ha collezionato insuccessi, nei Cinque Stelle conta solo il potere», ha detto una settimana dopo il gelido scambio epistolare tra il fondatore e l'avvocato di Volturara Appula. D'altronde Casaleggio ha l'esperienza e una piattaforma di democrazia diretta già pronta per l'uso. Il nuovo strumento, che ha preso il posto di Rousseau, si chiama Camelot e per il momento è a disposizione di enti e associazioni. L'erede di Gianroberto, inoltre, gestisce ancora il Blog delle Stelle, ex portale ufficiale del Movimento.

Il rischio dell'operazione è quello di diventare una ridotta per i reduci del grillismo d'antan. Perciò gli occhi sono puntati sui parlamentari, pochi, al primo mandato che sono dalla parte di Grillo. Una mini-fronda che però potrebbe dotare una ipotetica nuova creatura di una presenza nel palazzo. Tentazioni, speculazioni. Inevitabili, dopo le rinnovate voci di scissione e rottura definitiva, alimentate dalla distanza incolmabile tra le posizioni del comico e quelle dell'avvocato.

Che, sul sito del M5s, presentando l'avvio della Costituente scrive: «Dobbiamo affrontare questo percorso con coraggio e determinazione, guardando al futuro, senza indugiare in un passato che non ritorna». Intanto la vicecapogruppo stellata alla Camera Vittoria Baldino apre sull'addio ai due mandati: «Non ci si improvvisa politici. Con un po' di esperienza in più nella scorsa legislatura avremmo potuto fare ancora di più di quello che abbiamo fatto». Il capogruppo a Montecitorio Francesco Silvestri taglia corto: «Da Grillo opinioni personali», chiosa subito.

Nel frattempo, sulla piattaforma online per la raccolta dei contributi da far votare all'assemblea, sono state raccolte più di mille proposte da parte di iscritti e simpatizzanti.

Ci sono un centinaio di soluzioni sui due mandati e non manca chi vuole abolire la regola tout court o ricorrere a compromessi come il terzo mandato a titolo gratuito.

Così come ci sono proposte sul cambio di nome e simbolo. E c'è chi vuole inserire la dicitura «Conte presidente». Stavolta è cambiato davvero tutto.

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