Terrore a Monaco di Baviera Spari in centro commerciale

Almeno 9 morti. E un urlo: «Sono tedesco, stranieri di m...». Dubbi sulla matrice islamica, l'Isis festeggia sul web

U na sparatoria in periferia. L'allarme generale in centro. L'arrivo dei corpi speciali della polizia e l'avvio della caccia all'uomo in diretta web. Venerdì sera Monaco di Baviera è piombata nel terrore.

Attorno alle 18 un commando di almeno tre uomini ha aperto il fuoco davanti all'ingresso dell'Olympia-Einkaufszentrum (Oez), il centro commerciale non lontano dallo stadio olimpico, nel settore nord della capitale bavarese. Un uomo spara dall'ingresso del Mc Donald's verso quello dell'Oez. Un altro, mostrano le immagini di sorveglianza, esplode i propri colpi sulla folla come un cecchino, dal tetto dell'attiguo parcheggio multipiano. È l'ora dello shopping e le famiglie scappano terrorizzate in ogni direzione mentre almeno due corpi restano sul selciato.

Per molte ore la polizia non svelerà numero preciso delle vittime a mezzanotte sono nove (e non si esclude che uno dei corpi appartenga a uno degli assalitori), più i feriti la priorità è un'altra: arrestare gli assassini. Tre attentatori armati sono riusciti a fuggire dopo aver aperto il fuoco.

Le autorità reagiscono imponendo lo stop all'intera rete di trasporti: metropolitana e autobus sono bloccati, la stazione centrale evacuata e i tassì ricevono l'ordine di non prendere alcun passeggero. Massima allerta anche negli ospedali: tutti i medici e gli infermieri reperibili sono richiamati in servizio. Come sempre nelle situazioni di allarme, la polizia ricorre a Twitter con messaggi in tedesco, inglese, francese e turco per contattare la popolazione. «C'è stata una sparatoria all'Oez: lasciate le strade circostanti e chiudetevi in casa!». Poco dopo un nuovo allarme rimbalza dalla centralissima Marienplatz. «Evitate i luoghi pubblici a Monaco, la situazione è imprevedibile». In pochi minuti il centro cittadino si svuota. Ci vorranno almeno due ore perché il secondo allarme venga definitivamente dichiarato falso.

La tensione in città resta però altissima. Sulla città confluiscono anche gli uomini del Grenzschutzgruppe 9, i corpi d'élite antiterrorismo. La notizia dell'Oez si abbatte come un tornado sui bavaresi che hanno i nervi ancora scossi per i fatti di Würzburg. Nella cittadina a nordovest di Norimberga, la settimana si era aperta con l'assalto da parte di un rifugiato afgano minorenne contro i passeggeri di un treno regionale. Gridando «Allah uhakbar!», il 17enne Mohammed Riyadh aveva preso ad accettate una famiglia di malcapitati turisti di Hong Kong, ferendoli gravemente e trasformando lo scompartimento nel set di un film dell'orrore. Il giovane sarà abbattuto dalla polizia sopraggiunta alla stazione. Dalla perquisizione della sua camera nell'abitazione della famiglia che da sole due settimane lo aveva «adottato» sarà trovato materiale pro-Isis che tradisce la natura islamica dell'attentato. A conferma della pista jihadista la pubblicazione, poche ore dopo, da parte dell'Isis di un video in cui il giovane si proclama «soldato dello Stato islamico». In Germania esplode la polemica sui rischi dell'importazione del terrorismo con l'apertura un anno fa delle porte del paese ai profughi mediorientali. E tuttavia i fatti di Monaco fanno pensare anche a matrici diverse. L'assalto all'Oez non è stato un attacco suicida, il 22 luglio del 2016 coincide con il quinto anniversario della strage di Utoia, in Norvegia, compiuta dal nazista Anders Breivik. Attorno alle 21 la stampa locale battono la notizia che uno degli attentatori dell'Oez nell'aprire il fuoco avrebbe urlato «Io sono tedesco!». Più tardi altre testimonianze confermeranno invece il grido «Allah uhakbar!».

E mentre su Twitter la polizia moltiplica i suoi appelli a non uscire di casa e a non postare video dei reparti in giro per la città «per evitare di aiutare i fuggitivi» altri cittadini di Monaco twittano la loro disponibilità ad aprire le proprie case alle famiglie terrorizzate in fuga: #opendoor e #offenetuermünchen.

GS

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