
Tra i due (soliti) litiganti, il terzo gode. A darsele di santa ragione, come da spartito di questi quasi mille giorni di legislatura, sono i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. Con Forza Italia e Lega l'uno contro l'altro armati. Per l'occasione lo scontro è sul terzo mandato per i governatori, ipotesi su cui alcune settimane fa Fratelli d'Italia aveva fatto registrare a sorpresa un'apertura. Solo tattica, stando a chi sostiene che l'obiettivo era semplicemente stanare il leader del Carroccio che in verità non morirebbe dalla voglia di ricandidare Luca Zaia in Veneto. Assolutamente convinta, dicono invece ai piani alti di via della Scrofa, dove sono sicuri che la cosa avrebbe mandato in tilt il centrosinistra in Campania, aprendo un cortocircuito tra Pd (Vincenzo De Luca) e M5s che avrebbe potuto avere ricaschi anche in Puglia (dove oggi il centrodestra non ha chance di successo) e forse Marche (dove la partita è in salita, ma aperta). Insomma, pur assicurando a Zaia - e quindi alla Lega - la ricandidatura in Veneto, l'ok al terzo mandato avrebbe avuto complessivamente ricaschi positivi sull'intero pacchetto delle sei regioni che andranno al voto in autunno (Campania, Marche, Puglia, Toscana, Valle D'Aosta e Veneto).
Di certo, c'è che ieri Tajani e Salvini hanno ripetutamente incrociato le armi sulla questione. Nonostante l'ipotesi di un intervento legislativo in questo senso non sia più da giorni sul tavolo della maggioranza. E non perché il Quirinale avrebbe manifestato dubbi sulla tempistica troppo stretta o sull'idea di inserire la modifica in un emendamento al dl sull'adeguamento del numero di consiglieri e assessori regionali attualmente in discussione nella commissione Affari costituzionali del Senato. Semplicemente, non c'è stato l'accordo politico.
Perché, dice Salvini, "Forza Italia chiede in cambio la cittadinanza facile, lo ius scholae". E quindi "di cosa stiamo parlando?", "mica siamo al mercato" affonda il leader della Lega. Anzi, "bisognerebbe essere ancora più severi" e "togliere la cittadinanza o il permesso di soggiorno a chi delinque in Italia", certo "non accelerare". Il botta e risposta con gli azzurri va avanti tutto il giorno. Il capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli replica che gli alleati "piuttosto che parlare" dovrebbero "leggere il testo dello ius Italiae proposto" dagli azzurri che "non prevede la cittadinanza facile" ma la cittadinanza "difficile e sicura". Sul punto interviene anche Tajani. "Lo abbiamo detto e lo ribadiamo, dieci anni sono sufficienti", dice il vicepremier. "La legge sul limite dei due mandati - aggiunge - esiste da tempo e funziona. I presidenti di Regione hanno poteri superiori, sui loro territori, rispetto al presidente del Consiglio o al presidente della Repubblica. Superare i dieci anni rischia di generare incrostazioni e anestetizzare la vita democratica".
Insomma, questione politicamente chiusa. Ma con un punto di caduta che ancora non è chiaro. L'apertura di Fdi, infatti, non può essere casuale. Anzi, fanno notare nel partito, quando nelle stesse ore sia il responsabile organizzazione di via della Scrofa Giovanni Donzelli che il ministro Francesco Lollobrigida hanno rilasciato due interviste "aperturiste" sul terzo mandato, la risposta di Salvini è stata di chiusura. L'impressione, insomma, è che il leader della Lega non fosse così entusiasta di ricandidare Zaia. Anche se a via Bellerio sono esattamente sul fronte opposto, convinti che l'apertura di Fdi sia stata solo "un bluff" e che il terzo mandato non fosse tecnicamente e temporalmente percorribile.
A questo punto, il quadro sarà davvero chiaro dopo l'indicazione del candidato governatore veneto.
Sarà il segretario della Liga Veneta Alberto Stefani, vicinissimo a Salvini ma che anche Zaia ha sostenuto come segretario della Liga Veneta? Oppure si arriverà a un altro nome, magari gradito sia a Zaia che a Fdi che in Veneto - vale la pena ricordarlo - alle Europee del 2024 è stata la regione più meloniana d'Italia con il 37,5% dei consensi? E che dopo l'apertura sul terzo mandato ha tutte le carte in regola per giocare di sponda con il governatore uscente.