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Il Terzo polo esplode sul Cavaliere

Lo scivolone di Calenda criticato anche dal renziano Giachetti: "Pessime parole"

Il Terzo polo esplode sul Cavaliere

Non ci sono soltanto Forza Italia e tutto il centrodestra a protestare per le dichiarazioni inopportune sul ricovero di Silvio Berlusconi pronunciate giovedì da Carlo Calenda. Il giorno dopo arriva anche una durissima reazione da parte di un importante esponente del Terzo Polo, in quota Italia Viva. Si tratta del deputato Roberto Giachetti, uno che di solito non le manda a dire. E infatti Giachetti non si nasconde nemmeno questa volta, davanti all'uscita più che discutibile di quello che sarebbe il suo leader, in quanto frontman dell'alleanza tra Iv e Azione. «Le parole di Carlo Calenda su Berlusconi sono davvero pessime. Capisco l'indignazione di Barelli», dice il deputato durante la rassegna stampa quotidiana che conduce la mattina su Radio Leopolda, l'emittente di Italia Viva. Dopo le frasi di Calenda che - a proposito del ricovero di Berlusconi - aveva parlato di «chiusura di fatto della Seconda Repubblica», era arrivata subito la replica indignata di Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia alla Camera. «Carlo Calenda chieda scusa perché non ha il diritto di entrare nel merito della storia di un uomo, di un grande uomo che ha fondato un grande partito, Forza Italia, a servizio del Paese e degli italiani. Nessuno di Forza Italia parteciperà a un dibattito con lui presente, finché non chiederà scusa», la risposta piccata di Barelli. Ma il fondatore di Azione rilancia, anziché scusarsi. «Capisco il nervosismo e lo scuso, ma non c'è stata una singola espressione meno che rispettosa e benaugurante da parte mia verso Berlusconi», twitta Calenda. Non contento, l'ex ministro insiste: «Mai detto che siamo di fronte alla fine della Seconda Repubblica. Io ho detto solamente che a Berlusconi auguro di tornare a casa il prima possibile. È stato un leone: ho usato le stesse parole che ha usato suo figlio. E tuttavia sono stato attaccato da tutta Fi: credo più per agitazione per il momento attuale che per qualcosa che ho effettivamente detto». Diversi i toni utilizzati da Iv. Innanzitutto da Matteo Renzi. «Io non ho mai votato Silvio Berlusconi. E Forza Italia non ha mai votato la fiducia al mio governo. Ma mai come in questo momento voglio dire con affetto: Forza Silvio. Ti aspettiamo sorridente in Senato», scrive su Instagram l'ex premier, condividendo una foto che lo ritrae insieme a Berlusconi nell'Aula di Palazzo Madama. «Silvio Berlusconi è stato oggetto di una demonizzazione in questi anni a tratti inaccettabile da parte di certa politica», dice la capogruppo del Terzo Polo al Senato, la renziana Raffaella Paita. La senatrice fa il controcanto allo scivolone di Calenda: «Mi rifiuto di parlare di Berlusconi al passato remoto». L'unico che difende il leader di Azione è il suo vice Matteo Richetti, che punge Giachetti senza nominarlo. «Carlo Calenda è stato bersagliato da attacchi e fuoco amico senza mai riportare una sua parola fuori posto. Chiedetevi perché», insinua il capogruppo del Terzo Polo alla Camera. In effetti cova altro sotto i battibecchi tra Azione e Iv. Calenda con La Stampa ha lasciato trasparire insofferenza per la decisione di Renzi di diventare direttore del giornale Il Riformista. «Dovrà stare attento a chiarire che quello non sarà un giornale di partito», ha avvertito il leader di Azione.

Calenda fa intendere di non avere ricevuto un giusto preavviso: «Renzi mi ha telefonato prima di fare la conferenza stampa». Infine, sempre velenoso: «Gli faccio i miei auguri, se è questo che vuole fare nella vita, figurarsi».

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