Cronache

Il tesoro dei narcos: 15 milioni nascosti dietro a un muro

Portato in cella Cauchi: re del traffico di hashish dal Marocco

Il tesoro dei narcos: 15 milioni nascosti dietro a un muro

Che tra i due l'idillio fosse passato da un pezzo era ormai cosa nota, come confermano le carte dell'inchiesta. «Ma va Massi non fa più niente! - confida donna Rita all'amica parlando, con grande disillusione, dei rapporti con il compagno - Io non c'ho i soldi per mangiare e devo pensare a lui che vive per otto generazioni tranquillo e i suoi figli...Io non c'ho più voglia...Non sono più come prima, non lo sopporto più. Ha talmente tanto che i suoi figli possono stare bene per sei generazioni». E infatti ormai volavano gli stracci tra Rita e il suo «Massi», all'anagrafe Francesco Massimiliano Cauchi, 47enne narcotrafficante di origini ragusane ai domiciliari in viale Monza a Milano per traffico internazionale di stupefacenti, probabilmente il più importante importatore di hashish dal Marocco a Milano. Lui rimane comunque un uomo prezioso, è proprio il caso di dirlo visto che, poco lontano dal suo appartamento, a casa del padre 69enne, Giuseppe, in zona Lambrate, «Massi» custodisce un tesoro di oltre 15 milioni di euro in contanti nascosto all'interno di 28 scatoloni di cartone, in quello che la sua donna chiama «muricciolo». In realtà una vera e propria intercapedine muraria, realizzata con precisione artigianale apposta per il caro Massi da Carmelo Pennisi, 72enne muratore di origine palermitana.

Massi è tornato a San Vittore, suo padre (incensurato) e il muratore Carmelo ci sono finiti dopo il sequestro di tutto quel ben di dio da parte della sezione Narcotici della squadra mobile di Milano guidata da Marco Calì, in un'operazione coordinata dalla Dda, la Direzione distrettuale antimafia guidata da Alessandra Dolci. Gli investigatori hanno scoperto questo tesoro murato - probabilmente uno dei maggiori sequestri di denaro mai avvenuti -, frutto dello spaccio sotto la Madonnina di circa tre tonnellate l'anno di hashish acquistato in Marocco tra il 2010 e il 2020. Trovare il contante non è stato facile: è stato necessario analizzare la mappa catastale dell'abitazione e verificata una diversità in una stanza da letto è dove stata fatta la scoperta dietro a un armadio appoggiato al muro.

Oltre al versante della lotta agli stupefacenti il procuratore capo Francesco Greco, ieri in conferenza stampa, ha espresso preoccupazione per un quantitativo così ingente di contante (mazzette tutte di taglia da 10 a 100 euro ma anche da 200) che parlando in termini generali viene ancora utilizzato anche nel fenomeno dell'usura oltre che nella droga.

L'operazione, iniziata un anno fa, è stata portata a termine anche grazie a un collaboratore di giustizia che in tempi di coronavirus è stato sentito da remoto.

Commenti