Cronaca nera

Thomas, è morte cerebrale. Due fratelli sotto torchio

Sparatoria per lo sgarro sulla piazza di spaccio. Individuati i killer, che si presentano in caserma

Thomas Bricca
Thomas Bricca

Morto. Assenza di attività cerebrale per Thomas Bricca, centrato alla fronte da un colpo di pistola lunedì sera. Martedì, dopo l'intervento, le condizioni del ragazzo erano gravissime ma stabili, con una risposta minima agli stimoli. «Al controllo elettroencefalografico della mattina - si legge sull'ultimo bollettino medico - il paziente ha presentato le caratteristiche del coma irreversibile con elettroencefalogramma piatto». Insomma, crollano le speranze per il papà, Paolo Bricca, che ha postato in rete tutta la sua rabbia per gli assassini del figlio. «Tossici di m», si legge.

Proseguono intanto le indagini per arrivare ai due sicari sul Yamaha T-Max scuro sbucati dal buio del parcheggio di via Liberio, sotto al Girone, in pieno centro storico di Alatri. I carabinieri, dopo aver interrogato decine di giovani coinvolti nella guerra fra bande ed eseguito varie perquisizioni, avrebbero identificato i due killer e altrettanti mandanti. Padre, figlio, zio e, addirittura, un sicario professionista. I due, casco integrale, sciarpe e targa coperta, si avvicinano a Thomas e agli altri tre amici. E a una distanza di almeno 20 metri fanno fuoco per ben due volte centrando il 18enne. Un avvertimento stile mafioso che, probabilmente, doveva restare tale. «Qui comandiamo noi e la roba la spacciamo noi» il messaggio per Thomas e il suo gruppo. La lunga distanza di fuoco avrebbe dovuto scongiurare il tragico epilogo. Adesso il killer, il complice e i mandanti sono in fuga ma non per molto, assicurano gli inquirenti. In serata due fratelli di Frosinone si sono presentati in caserma: «Sappiamo che ci state cercando». Sono sotto torchio.

Sul luogo dell'agguato il procuratore di Frosinone, Antonio Guerrieri, che ha aperto il fascicolo per omicidio volontario aggravato, e gli esperti del Ris che hanno isolato tracce ematiche e polvere da sparo nel punto in cui, secondo i tre testimoni, l'assassino di Thomas ha sparato. Non solo. Fra le impronte rilevate dal parcheggio alle scalette dove era seduto il gruppo di ragazzi, quelle di scarpe da jogging, probabilmente del secondo uomo sceso dal maxi scooter con l'arma in pugno. Un regolamento di conti, una vendetta incrociata, durissima, seguita alle scazzottate dei giorni precedenti. «Erano tre giorni che se le davano» commenta il padre della vittima. Due, in particolare, provocano la reazione a colpi di arma da fuoco del gruppo rivale. La prima nel tardo pomeriggio di sabato in via Roma, la seconda domenica sera in viale Duca d'Aosta quando un ragazzo viene spinto giù da una gradinata. La risposta arriva, puntuale, la sera dopo.

Secondo gli inquirenti, però, l'obiettivo non era Thomas ma tutto il suo gruppo. L'idea è quella di dare una lezione. «Si era messo in un brutto giro» raccontano i compagni di scuola. Criminalità organizzata che gestisce la piazza di spaccio ad Alatri e nei paesi intorno.

Narcotrafficanti che, a quelli che «spingono» la roba per conto proprio, sparano.

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