"Quel tir mi segue e sperona". Sos di Alessia, travolta e uccisa

Prima dello scontro fatale, la vittima aveva telefonato tre volte al 112. Convalidato l'arresto dell'autista. Che nega

"Quel tir mi segue e sperona". Sos di Alessia, travolta e uccisa

«Mi viene addosso, ma che fa, è matto?». Convalidato l'arresto di Claudio Focassati, 47 anni, per omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso. L'uomo, incensurato, ha travolto e ucciso Alessia Sbal, 42 anni, ferma sul Gra di Roma per un guasto all'auto. «Non mi sono accorto di nulla», le sue parole agli agenti della stradale che l'hanno inseguito e bloccato all'uscita di uno svincolo del Grande raccordo anulare.

Ma è giallo sulla dinamica di quello che solo all'apparenza sembra uno dei tanti incidenti mortali, il 111esimo nella capitale dall'inizio dell'anno. La donna chiama per ben tre volte il 112 prima di morire, centrata in pieno dal mezzo pesante. Era spaventata, Alessia, diceva di essere seguita da un Tir che le stava addosso. Una prima chiamata al numero unico di emergenza dura una ventina di secondi, la seconda un minuto. Sono le 20,38 di domenica, Alessia è uscita di casa da poco, a Ciampino.

Con la sua utilitaria, una Fiat Panda, è sotto il diluvio che si abbatte sulla città. È al chilometro 2,600 in carreggiata interna, tra l'Aurelia e l'uscita Casalotti Boccea. L'auto ha un problema, Alessia si ferma sulla corsia di emergenza, indossa il giubbino giallo, telefona per avere aiuto. Chiama anche un'amica, preoccupatissima. La donna, che ha registrato la chiamata, lo scrive su Fb. Secondo l'amica qualcuno stava tallonando Alessia, tagliandole la strada e tamponandola. «Devo attaccare, devo attaccare», le sua ultime parole. È il camionista che, poco dopo, la centra in pieno senza nemmeno rallentare? Durante l'udienza di convalida Focassati si difende: «Non l'ho vista, per questo non mi sono fermato». La sorella della vittima, Ilaria Sbal, lancia un drammatico appello via social. «Se qualcuno ha visto qualcosa, vada a testimoniare».

In attesa che familiari e amici vengano ascoltati dal pm, le indagini della polizia stradale vanno avanti. Da chiarire, innanzitutto, se il guasto alla Panda sia stato provocato da un incidente o meno. Al vaglio degli inquirenti, poi, le chiamate al 112 fatte dalla 42enne poco prima di morire e quella all'amica.

Da accertare, anche attraverso le telecamere piazzate agli svincoli autostradali, se effettivamente Alessia si sia trovata coinvolta, suo malgrado, in una lite per questioni di viabilità con un camionista incrociato lungo la strada e che poi avrebbe cercato di tamponarla per una precedenza mancata o altro. Bloccata per il guasto/incidente, a quel punto un secondo trasportatore, sopraggiunto dalla stessa direzione, l'avrebbe centrata in pieno per poi tirare dritto e uscire prima possibile dal Gra. Il volto irriconoscibile, il corpo straziato, la donna è stata identificata attraverso alcuni tatuaggi. A breve la Procura affiderà l'incarico a un medico legale per eseguire l'esame autoptico, mentre un perito dovrà esaminare l'auto e il camion sequestrato.

Alessia, che avrebbe compiuto 43 anni il prossimo 4 gennaio, laureata in biochimica, aveva chiuso da tempo un centro

estetico nel quartiere Monteverde e da pochi giorni era stata assunta dall'Università La Sapienza come tecnico di laboratorio alla facoltà di Biologia. «Era felicissima, lei che amava tanto gli animali», ricorda la mamma Tina.

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