Ponte crollato a Genova

Il titolo Atlantia affonda: -22% Persi in Borsa altri 4 miliardi

Giù anche i bond. Il gruppo dei Benetton si difende: «L'annuncio del governo in assenza di accertamenti»

Il titolo Atlantia affonda: -22% Persi in Borsa altri 4 miliardi

I numeri sono da incubo: ieri il titolo Atlantia, la società, che controlla Autostrade per l'Italia, ha chiuso la seduta in Piazza Affari con un ribasso del 22,26% dopo essere scivolato sotto la soglia dei 18 euro per la prima volta dall'autunno 2014. A fine giornata la capitalizzazione si è fermata poco sopra i 15 miliardi. Lunedì, prima del crollo del ponte Morandi, ne valeva 20,5. Ciò significa che in solo due sedute le azioni del gruppo dei Benetton hanno perso quasi 5,4 miliardi di valore. Pesanti anche le ripercussioni sui bond. Le obbligazioni di Atlantia con scadenza 2023 hanno perso il 5,99% a 95,38.

A scatenare le vendite, già scattate venerdì scorso, hanno contribuito le minacce di revocare la concessione arrivate dal tandem Salvini-Di Maio. Tanto che la stessa Atlantia è passata al contrattacco spiegando in una nota che l'annuncio della revoca è arrivato «in carenza di qualsiasi previa contestazione specifica alla concessionaria ed in assenza di accertamenti circa le effettive cause dell'accaduto». In ogni caso, Atlantia invoca il pagamento da parte dello Stato del valore residuo della concessione, «dedotte le eventuali penali se ed in quanto applicabili». A farsi vivi con un comunicato della cassaforte Edizione è stata anche la famiglia Benetton, assicurando che verrà fatto «tutto ciò che è in suo potere per favorire l'accertamento della verità e delle responsabilità dell'accaduto». La tensione è alta: per martedì 21 agosto è stato convocato un cda della controllata Autostrade per l'Italia mentre la capogruppo riunirà il board mercoledì 22. Mancherebbe ancora un vero e proprio ordine del giorno e c'è chi non esclude che i Benetton in qualità di azioni di maggioranza possano cominciare a valutare un eventuale cambio al timone di Atlantia, oggi nelle mani dell'ad, Giovanni Castellucci.

Nel frattempo, ad alzare la voce sono stati anche la Commissione Ue e l'agenzia di rating Standard&Poor's. Quando una strada è gestita da un operatore privato, come il caso dell'A10, «è il concessionario ad essere responsabile per la sicurezza e la manutenzione della strada», ha chiarito il portavoce della Commissione europea, Christian Spahr. Ricordando che «il ponte crollato a Genova - fa parte del cosiddetto Ten-t (Trans-European Transport Network), ed è una infrastruttura che deve rispettare precisi requisiti stabiliti dalla direttiva del 2008 sulla sicurezza stradale e dai regolamenti delle reti Ten-t. Sul titolo si sono poi accesi anche i riflettori di Standard & Poor's che ha messo il rating di Atlantia sotto osservazione «con implicazioni negative». Secondo l'agenzia Usa il crollo del ponte autostradale di Genova potrebbe avere un impatto sull'affidabilità creditizia della società.

Gli investitori temono il rischio di risarcimenti pesanti, l'incertezza regolatoria e gil investimenti aggiuntivi che verranno imposti sul fronte della sicurezza.

Le vicende di Atlantia hanno pesato in Borsa anche per i «soci» spagnoli dell'operazione Abertis. Il gruppo Acs di Florentino Perez (proprietario, tra l'altro, del Real Madrid) ha perso quasi il 2% mentre a Francoforte la controllata tedesca Hochtief ha ceduto poco meno del 5%. L'allarme sul rischio politico per il settore ha contagiato, infine, le altre aziende private collegate con le infrastrutture: in particolare i titoli della galassia Gavio, il gruppo che gestisce oltre 4 mila chilometri di autostrade a pedaggio di cui 1.423 chilometri in Italia.

Sono crollate Astm (-10,5%) e Sias (-7,3%) mentre ha contenuto le perdite Autostrade Meridionali (-2,9%).

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