A Casalnuovo, in provincia di Napoli, ieri è stato il giorno dell'ultimo saluto a Tiziana Cantone, la 31enne che si è tolta la vita martedì scorso dopo essere finita in un vortice di umiliazione da cui non riusciva più a tirarsi fuori. I suoi fulmini hard avevano fatto il giro di internet, erano stati visti da milioni di utenti e l'avevano costretta a cambiare vita. Ma a più di un anno di distanza da quei maledetti video non poteva più sopportare di essere ancora denigrata dal mondo intero e ha deciso di farsi dimenticare per sempre: stringendosi un foulard al collo in uno scantinato.
Ai funerali della donna, a cui hanno partecipato istituzioni locali e cittadini, la famiglia ha chiesto di poter rimanere nel dolore («Se avete un pezzo di cuore lasciateci in pace», ha riferito la zia della donna), ma ha anche voluto rimarcare l'aspetto sociale della vicenda: «Il sacrificio di mia figlia non deve essere vano - questo l'appello rivolto dalla madre, che ha anche avuto un malore durante le esequie - È necessario agire per fermare questa violenza di massa sul web, Tiziana è stata uccisa da tutto questo».
Sì, la Cantone era già virtualmente morta da mesi, l'aveva uccisa la rete, che dopo il «peccato originale» non l'ha ritenuta degna di poter condurre liberamente la propria vita. Mai come oggi appare chiaro quanto il fenomeno del cyberbullismo sia stato troppo a lungo sottostimato, anche nelle sue proporzioni globali. Ne è una prova il fatto che le offese a Tiziana non si siano fermate nemmeno dopo il suo suicidio, insinuandosi nei tanti gruppi nati in queste ore su Facebook per ricordarla. E così, tra i commenti di ricordo e le preghiere, sono proliferati anche gli epiteti, lo scherno, il turpiloquio. E qualcuno su Twitter ha anche scritto che Tiziana se l'è cercata. Un orrore senza fine e senza umanità. «Servono procedure di risposta più tempestive da parte delle diverse piattaforme - ha dichiarato a tal proposito Antonello Soro, garante della privacy - ma è anche necessario far crescere il rispetto delle persone in rete. Occorre un forte investimento nella educazione digitale per promuovere una cultura ed una sensibilità adeguate alle nuove forme espressive».
Ieri, però, era evidente come nell'universo digitale il clima fosse diverso, almeno temporaneamente: il mondo del web si è svegliato scosso, disorientato, forse con qualche senso di colpa e finalmente cosciente di aver contribuito a distruggere una persona. Intanto per ricostruire la vicenda la Procura di Napoli Nord sta seguendo la pista degli ultimi contatti avuti da Tiziana Cantone. Le quattro persone alle quali la giovane diede i video sono state indagate per diffamazione: è stata quella la vera miccia che innescato il tam tam mediatico poi degenerato in tragedia. Ieri la madre di Tiziana ha riferito che la donna sarebbe stata plagiata dal compagno, che provava piacere nel vedere la sua fidanzata far sesso con altri uomini e che avrebbe organizzato e diffuso i video.
Una seconda ipotesi ritiene invece che Tiziana si sia uccisa perché non avrebbe potuto reggere un'ulteriore umiliazione dopo la tardiva sentenza che, oltre a decretare la rimozione dei contenuti lesivi della sua reputazione - la condannava a pagare 20mila euro di spese legali in quanto giudicata consenziente.