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Tocca a Mattarella scendere in campo: "Basta con l'egoismo delle nazioni"

Il capo dello Stato va in soccorso del governo nel braccio di ferro con Berlino. Il timore è che si finisca per firmare patti capestro

Tocca a Mattarella scendere in campo: "Basta con l'egoismo delle nazioni"

Si muove il Colle. Prima un invito «alla collaborazione», ad uso politico interno, perché la maggioranza litiga troppo e il tavolo governo-opposizione non produce ancora niente di buono. Poi una strigliata all'Europa: «Bisogna mettere da parte egoismi nazionali e privilegi di parte», scrive, perché ancora non ci rende conto che «la pandemia riguarda tutti» e che se ne uscirà solo «con la solidarietà tra i popoli e gli Stati». E infine, negli ultimi giorni, una serie di contatti con diversi leader della Ue, per trovare una mediazione accettabile. «Non ci interessano i nomi degli strumenti da usare - spiega, in sintonia con il Quirinale, Luigi Di Maio - ma una soluzione soddisfacente per il popolo italiano».

Le parole di Sergio Mattarella arrivano mentre i ministri economici dell'Eurogruppo si riuniscono in teleconferenza. Bond, Mes, Sure, c'è battaglia sui meccanismi finanziari da scegliere e sule condizioni che Germania e i Paesi del nord vogliono imporre. C'è anche parecchio scetticismo. «Dubito che una soluzione sia pronta», dice Sandro Gozi. E l'ex premier Enrico Letta: «L'Italia rischia l'osso del collo». In questo quadro il capo dello Stato approfitta del settantesimo anniversario della Giornata della salute per ricordare pubblicamente ai nostri partner l'importanza delle decisioni da prendere. «Siamo chiamati a un impegno, a una corresponsabilità di carattere globale, a un impulso alla collaborazione mondiale». Medici e infermieri «in prima linea» stanno facendo il massimo sul fronte sanitario per salvare vite. Su quello economico ora servono «risorse e strumenti» per salvare imprese e lavoro. Ma l'intesa è lontana, il blocco nordico più dell'intervento del Mes con annesse condizioni non sembra disposto a concedere. Il piano con cui i tedeschi si siedono al tavolo con una sorta di Troika mascherata: chi chiede i soldi, deve firmare un memorandum per rispettare il patto di stabilità. Il no di Roma a questa ipotesi appare scontato. «Penso sia interesse di tutti - scrive Di Maio su Facebook - con una crisi di tale portata trovare un accordo che garantisca il futuro dell'Europa. Non è più questioni di singoli Paesi, se cade uno cadono tutti. Abbiamo delle responsabilità, dobbiamo mettere il sicurezza i cittadini».

Nemmeno a Forza Italia interessano «i dibattiti ideologici», quello che conta «è la potenza di fuoco» per sconfiggere la recessione. «L'obbiettivo - spiega Antonio Tajani al Sole 24 Ore - deve essere immettere liquidità per consentire a imprese e famiglie di sopravvivere. Va bene la Sure, ma certo con un intervento più consistente. Bene pure il Mes perché è corretto sfruttarne la dotazione finanziaria, a patto però che non ci sia alcun condizionamento. Così come è indispensabile creare un'agenzia del debito per eurobond fino al 40 per cento del Pil e un'altra per la ricostruzione guidata dalla Bei». Insomma, sostiene l'ex presidente del Parlamento europeo, «gli Usa tirano fuori migliaia di miliardi, noi non possiamo permetterci di essere timidi».

Occorre di più. «Di fronte alla crisi più grave dopo la guerra - twitta il commissario Ue Paolo Gentiloni - per i Paesi europei e il momento di fare un altro passo avanti nella risposta comune». E a difendere Bruxelles resta il solo Mario Monti: «Non accusiamo l'Europa di scarsa solidarietà, sono state le dichiarazioni sovraniste in questi anni di Lega e 5s che hanno reso indigesto parlare di eurobond. Se non ce li avremo sarà per colpa loro.

Comunque non mi fisserei, ci sono anche forme di aiuto accettabili».

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