In equilibrio come un funambolo sulla fune, che da un lato lo vede ricandidato all'Eliseo e dall'altro ancora capo dello Stato e dunque presidente «di tutti i francesi», Emmanuel Macron è scivolato. Sul tessuto di una bandiera, che voleva segnare l'inizio della presidenza semestrale dell'Ue e che a Parigi è diventata il suo primo inciampo in una campagna elettorale che si preannuncia durissima.
Un gigantesco drappo con i colori dell'Europa era stato dispiegato sotto l'Arco di Trionfo per celebrare la guida Ue assunta il 1° gennaio: da una Francia che tra meno di 100 giorni dovrà eleggere il nuovo inquilino dell'Eliseo. Il «turno Ue», accettato in pompa magna da Macron, aveva già irritato i neogollisti: convinti che ad aprile ci sarà un nuovo presidente, anzi presidentessa, e che ancora ieri evocavano il possibile rifiuto di Parigi a presiedere il Consiglio Ue vista l'incognita elettorale.
La presenza della sola bandiera europea in un luogo altamente simbolico come l'Arco di Trionfo, senza quella nazionale bleu, blanc, rouge la notte di Capodanno, ha poi innescato la miccia deflagrata in poche ore. Tv monopolizzate. Da boutade a un quasi affare di Stato. «Provocazione», «oltraggio», una «profanazione» che manchi il tricolore, hanno scritto i primi avversari di Macron: Valérie Pécresse (Les Républicains), Marine Le Pen (Rassemblement national) ed Éric Zemmour. Ieri, la bandiera è sparita. Sono state quindi le opposizioni di destra a spingere l'Eliseo alla retromarcia?
Macron, contrariamente alla scelta fatta nel 2008 da Sarkozy per la scorsa presidenza francese dell'Ue, non ha omaggiato entrambe i vessilli, europeo e nazionale. Ha lasciato orfano l'Arco del bleu blanc rouge; luogo simbolico per i francesi, in cui, dalla Liberazione di Parigi nel '44, è consuetudine far sventolare il tricolore il 1° dell'anno.
Dietro una bandiera ci sono valori, la memoria, la Storia di un Paese e il senso di appartenenza, hanno scritto sui social anche decine di figli di soldati morti per la Francia. Ieri la bandiera Ue è stata dunque ammainata, inaugurando la sagra delle giustificazioni e del contrattacco degli opliti di Macron. Il segretario di Stato per gli affari europei Clément Beaune giudica «aberrante che la destra insegua Le Pen e le sue basse polemiche». Ma Pécresse, data in vantaggio al secondo turno sul presidente, esulta: «Presiedere all'Europa sì, cancellare l'identità francese no». Aveva chiesto lei «di rimettere il tricolore accanto alla bandiera dell'Europa».
Pure Le Pen è entusiasta per la «grande vittoria patriottica» e la «massiccia mobilitazione di tutti gli amanti della Repubblica per respingere Macron». Candidata all'Eliseo per la terza volta, BleuMarine taglia corto: il governo è stato «obbligato». La bandiera non è durata neppure un giorno e mezzo. «Timing previsto», assicura l'Eliseo. «Rimossa come da programma», hanno spiegato dal Palazzo, inanellando però (col governo) una serie di autogol di comunicazione. E lasciando serpeggiare il dubbio di avere ceduto.
Sabato Beaune garantiva che la bandiera europea avrebbe fatto bella mostra «per qualche giorno». Il capo dello Stato tace. E intanto si gode il 41,1% di opinioni positive registrate a dicembre: 3,7 punti sopra la media del suo Quinquennato.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.